Gentile: "In Italia chi è onesto non trova sistemazione, chi vende le partite sì"
Claudio Gentile punta il dito contro i raccomandati del calcio, quelli che lui si è rifiutato di far giocare quando era ct dell'Under 21. Questa sua onestà intellettuale non gli ha permesso di fare più l'allenatore in Italia, come ha detto in un'intervista a Tv2000.
"Per colpa di persone meschine, mi hanno troncato la carriera perché non abbassavo la testa. Ho detto no quando mi hanno proposto di far giocare ragazzi che io non ritenevo all'altezza dell'Under 21. Questo mi ha messo contro molte società e soprattutto contro la Federazione. Così, dopo aver vinto da allenatore dell'Italia Under 21 l'Europeo e subito dopo la medaglia di bronzo olimpica, sono stato mandato via", ha accusato l'ex campione del mondo '82.
Gentile ha poi aggiunto: "Sette miei giocatori, due anni dopo, nel 2006, sono diventati campioni del mondo. C'era gente che mi odiava troppo perché non abbassavo la testa. Perché non alleno più? Ricevo molte richieste dall'estero però non capisco perché non posso allenare qua in Italia. Mi hanno fatto terra bruciata intorno, sono uno che non sta al sistema, quindi ci sono poche società che si prendono la bega di andare contro il potere del calcio. Adesso sono fermo, spero sempre e non voglio cedere".
Tuttavia l'ex difensore della Juventus non china la testa: "Non voglio mollare, non voglio andare ad allenare all'estero dove mi cercano. Voglio allenare in Italia: è possibile che in questo Paese chi è onesto non trova mai una sistemazione e chi si vende le partite invece sì? Diciamo che questo fa molto pensare".
Infine un parere sulle scuole calcio: "Sono solo un pretesto per fare business. Il più grande errore è stato quello di aver tolto spazio agli oratori, è lì che si cresceva con il pallone. Si cominciava a giocare all'una e si tornava a casa alle otto di sera. E poi non ci sono tecnici all'altezza per creare ragazzi di un certo potenziale".