E se il problema del Toro non fosse stato Mazzarri? Granata spenti, ora corrono per salvarsi
Non ce ne voglia Moreno Longo, che esce dal San Paolo con la terza sconfitta in tre partite da allenatore del Torino. Più del risultato, bugiardo perché il Napoli ha dominato in lungo e in largo per quasi tutta la partita, sui granata pesa la prestazione. C'è poco spirito Toro, in una squadra troppo a lungo passiva e che fino a cinque-sei partite fa (bontà dei rinvii) aveva esattamente gli stessi punti in classifica dei piemontesi. Ora, con una gara in più, il Napoli ha dodici lunghezze di vantaggio su un Torino che dopo essersi fermato non è più ripartito. E non sembra aver trovato la ricetta per uscire da questa spirale negativa in cui la squadra si è avvitata.
E se il problema non fosse stato Mazzarri?Intendiamoci: non stiamo bocciando l'avventura di Longo, è ancora troppo presto. Però il tecnico di San Vincenzo è apparso come il capro espiatorio di una serie di dati negativi, anche a prescindere dalle sconfitte, che non sembrano affatto risolti. E l'impressione è che con l'arrivo di Longo sia cambiato davvero troppo poco: al di là delle sconfitte, il Torino visto al San Paolo gioca allo stesso modo, subisce gli avversari allo stesso modo, non riesce a dare e a darsi una scossa. Per dirne una, la coppia Zaza-Belotti non funziona oggi come non funzionava ieri. Verdi resta fuori per 83 minuti: fin qui ha deluso, ma il tentativo di scossa dato da Longo è stato comunque tardivo. Il gol di Edera è qualcosa da cui si può ripartire? Forse sì, ma è arrivato quando il Napoli ha staccato la spina. I granata invece, devono riattaccarla: fino a poco fa correvano per l'Europa, adesso sono appena fuori dalla zona retrocessione. Cambia l'obiettivo, deve cambiare soprattutto il Torino