DZEMAILI, Acqua, sapone e quel piede alla Corini
Il nuovo idolo delle giovani tifose del Toro non ha soltanto un bel faccino. Blerim Dzemaili, 22 anni, nato in Macedonia con origini albanesi ma cresciuto calcisticamente in Svizzera dopo una stagione buttata al vento a causa di un brutto infortunio ai legamenti crociati, ha ritrovato la gioia di giocare a pallone prima con la sua Under 21 e poi debuttando con la maglia del Toro.
Dopo una valanga d’incoraggiamenti e una quantità interminabile di sedute di fisioterapia, Dzemaili è riuscito finalmente a lasciarsi il passato alle spalle, riuscendo a segnare la sua prima rete con la maglia granata davanti ad un Cairo entusiasta. Con la Nazionale invece ha schiantato i campioncini d’Europa dell’Olanda propiziando un gol e colpendo una traversa. «Sono stato fortunato - ha detto ieri a fine partita - ho segnato su punizione e la barriera ha deviato».
Poi sforzandosi di mantenere un profilo basso ha aggiunto: «Credo di poter migliorare ancora, ho fatto parecchi errori devo trovare la giusta affinità con i miei compagni». Cairo gli ha già trovato un fratello maggiore che possa fargli da chioccia e guarda caso è proprio il giocatore che per caratteristiche più gli somiglia, ovvero Corini. Racconta il presidente granata: «Blerim mi ha colpito per la sua umiltà, pensa a imparare e soprattutto a dimostrare il suo valore. Per adesso non mi ricorda nessuno in particolare, è un ragazzo acqua e sapone che ha una gran voglia d’impegnarsi».
Il Bolton, la squadra che ha ancora in mano il suo cartellino, è curioso di vedere che stagione farà. Quando un anno fa lo prelevò dallo Zurigo era sicuro di essersi messo in casa un campioncino, l’infortunio e il cambio dell’allenatore però condannarono Dzemaili alla tribuna e alle palestre per la riabilitazione. Il Bolton questa estate si è così convinto a cederlo in prestito al club di Cairo fissando il riscatto per due milioni di euro.
Pier Tami, braccio destro del cittì della Svizzera, Hitzfeld, e selezionatore di tutte le giovanili è convinto che il ragazzo ci metterà pochissimo tempo a conquistare il cuore del popolo granata: «Se è venuto al Torino è per restarci. E poi non è il tipo che si accontenta di andare in panchina. Per tornare ai suoi livelli Blerim ha bisogno di giocare, la condizione non si ritrova in allenamento ma dopo tante partite».
Tami lo ha seguito nell’Under 18 e racconta: «Non si può dire che è un talento naturale, ma ha una grande caparbietà, una voglia di arrivare che gli ha permesso di raggiungere alti livelli. Prima del grave infortunio era in procinto di partecipare all’Europeo con la nazionale maggiore, l’allenatore ci contava. L’infortunio gli ha precluso questa possibilità e gli ha impedito anche di giocare nel Bolton». Tami lo descrive così: «Ha un ottimo tiro da lontano, non ha molta fantasia ma sul piano della corsa e del recupero palla abbina qualità a una buona tecnica, superiore a quella di un centrocampista di contenimento. E’ un giocatore che vede anche la porta».
Se ne sono accorti quelli della Pro Vercelli, ma soprattutto gli olandesi che hanno preso troppo alla leggera questo ragazzino sconosciuto con la faccia da attore di High School. Adesso tocca a De Biasi valorizzarlo e soprattutto inserirlo gradualmente in squadra, come vice di Corini nel ruolo di regista. Cairo nell’attesa si gode il tre a zero che i granata hanno inflitto alla Pro Vercelli anche grazie a Dzemaili (le altre due reti sono di Abbruscato e Bianchi) ed esclama: «A metà ottobre sono convinto che vedremo il vero Toro, per adesso sono contento di assistere a questi miglioramenti e di aver ritrovato l’Abbruscato di qualche tempo fa».