Domenica, di passione per il Toro
SCONFITTO, fischiato e contestato ferocemente dai tifosi. E’ stata una domenica di passione per il Torino, che adesso deve fare i conti con lo spettro della retrocessione. E Gianni De Biasi, bersagliato da un lancio di uova all’uscita dall’Olimpico, ha le ore contate. Il patron Urbano Cairo prende tempo: «Prima devo parlare con lui e con il ds Pederzoli, voglio capire se il tecnico vuole continuare e soprattutto che cosa significa che la squadra è al 70% con l’allenatore. Poi naturalmente prenderò una decisione per il bene del Torino. Il ritorno di Novellino? Vedremo, non voglio fare scelte avventate». Insomma, peggio di così non poteva andare. Per il dopo Di Biasi si fanno anche i nomi di Camolese, Papadopulo e Ficcadenti. Quella contro la Fiorentina doveva essere la partita della svolta, la gara del rilancio dopo una settimana di polemiche, di veleni, di faccia a faccia e di dimissioni virtuali (quelle di De Biasi) prima date e poi ritirate, perché il tecnico non ha gradito l’atteggiamento di alcuni giocatori all’interno dello spogliatoio e così è stato indeciso se andare in panchina o in tribuna fino all’ultimo minuto. Pochi secondi prima del fischio d’inizio di Saccani, è uscito dal tunnel e ha stretto la mano a Prandelli.
LA SCOSSA, però, non è arrivata e alla fine è finita male, anzi malissimo. Perché il pubblico granata, circa un migliaio di persone, ha lasciato lo stadio prima della fine della partita, quando la Fiorentina stava dilagando, dando vita a una contestazione feroce che si è placata solo dopo aver parlato con presidente, tecnico e giocatori. Prima però ne hanno dette di tutti i colori, urlando slogan contro tutti («Urbano non li pagare», «Andate a lavorare», «Vergognatevi»). I tifosi volevano un confronto e lo hanno ottenuto, perché al fischio finale una delegazione di giocatori, fra cui anche l’oggetto misterioso Bianchi, è andata a parlare con i tifosi. Dietro i giocatori c’erano De Biasi, che non e’ intervenuto, e il presidente Cairo, che invece ha parlato cercando di calmarli. In un secondo momento si è fatta avanti un’altra delegazione, formata da De Biasi, da Rosina e dal terzo portiere Fontana, considerato in buoni rapporti con i supporter e quasi un garante per loro.
LO STESSO tecnico granata aveva cercato di dialogare e avere uno scambio di opinioni con i sostenitori all’interno dello stadio. Sicuramente è lui il principale colpevole per la tifoseria granata: oggetto di fischi e di insulti, anche di un lancio di uova, è rimasto impassibile. Il patron Cairo comunque ha voluto prendere tempo: «I tifosi dopo la partita erano molto arrabbiati, era giusto parlare con loro, sono andati anche il tecnico e la squadra prima di farsi la doccia. E’ una cosa da capire, soprattutto in questa situazione economica, perché un tifoso spende 100 euro per andare a Siena in trasferta e poi è costretto a vedere il Torino che perde senza lottare. Comprendo la loro rabbia, li ho ascoltati, ho sentito le loro impressioni, adesso voglio parlare con De Biasi e con Pederzoli, e poi prenderò una decisione per il bene del Torino, perché oggi (ieri, ndr) la mia squadra era inguardabile e rispetto alla gara contro il Milan, dove abbiamo giocato bene, non c’è stata nessuna reazione». Senza un sussulto d’orgoglio, la stagione del Torino, iniziata sotto una buona stella, rischia di naufragare clamorosamente perché la retrocessione è uno spettro, lì dietro l’angolo pronto a materializzarsi. In queste condizioni, il futuro di De Biasi sembra essere attaccato ad un filo.