Concluso il dibattimento su Lazio-Torino, atteso il verdetto alle 19
E' durato circa trequarti d’ora il dibattimento di fronte al Collegio di garanzia dello Sport sulla mancata disputa di Lazio-Torino, partita che avrebbe dovuto giocarsi lo scorso 2 marzo, per via degli otto giocatori positivi al Covid-19 del Torino. Questo è l’ultimo grado di giustizia sportiva, che chiuderà la vicenda in modo definitivo, dopo le sentenze del Giudice sportivo e della Corte federale d’appello. La Lazio chiede il 3-0 a tavolino, ma se ciò fosse respinto, le due squadre giocherebbero il match il 18 maggio.
Dapprima ha parlato, presso il Salone d’onore del Coni, l’avvocato della Lazio Gian Michele Gentile rivendicando: "il giudice non può dire non sono in grado di fare giustizia". La sentenza della Corte federale d’appello dava ragione al Torino, dopo che la Asl torinese aveva fermato la squadra granata non facendola partire per Roma.
Così ha risposto Eduardo Chiacchio, legale granata: "Il provvedimento della Asl se disatteso può portare a sanzioni penali. Il giudice sportivo non può disapplicare un provvedimento di carattere amministrativo, né tantomeno poteva farlo il Torino".
Le parole più forti sono però arrivate dalla relatrice della Procura generale dello Sport, Alessandra Flamini Minuto, che ha detto: "Il provvedimento della Asl del 1° marzo impediva al Torino di costituire la bolla, ammettendo solo allenamenti individuali. A quel punto il Torino ha chiesto chiarimenti sull’opportunità di partire per Roma. La Asl ha risposto a Torino e Lega Serie A dicendo che per prassi nei provvedimenti che riguardano le collettività, come anche scuole o fabbriche, è previsto che il giorno dell’emissione del provvedimento sia considerato giorno zero. Anche per questo la condotta del Torino appare giustificata".
Si attende la sentenza per le 19 odierne.