Cola al capolinea, Ferrara al bivio
Due formazioni in crisi, due allenatori nella bufera, uno virtualmente esonerato, l’altro che si giocherà tutto nei prossimi dieci giorni. La partita col Crotone è stata il capolinea di Colantuono nella sua corsa sulla panchina granata, il k.o. di Cagliari (quattro giorni dopo quello di Bordeaux) mette Ciro Ferrara nella condizione di non poter più sbagliare contro Inter e Bayern per non veder sfumare i sogni di gloria bianconeri già a dicembre, oltre a veder messa a rischio la sua panchina.
Quella di Colantuono era saltata virtualmente sabato, al termine dell’allucinante sconfitta rimediata contro il Crotone. Il Toro ha preso due gol ridicoli, con errori da campetto dell’oratorio, con scelte tecniche folli da parte di un Colantuono che ha dimostrato di aver perso completamente la bussola. Di Michele e Sereni, gli unici intoccabili della rosa granata assieme a Bianchi, sono stati giubilati a favore dell’incerto Calderoni e del fumoso Vantaggiato, i continui cambi di modulo e uomini hanno dimostrato la mancanza di idee di un tecnico che si è perso, appena si è trovato a convivere con la mancanza di risultati.
Solo oggi, a poche ore dalla ripresa degli allenamenti, sarà ufficiale l’esonero di Colantuono, perché fino a tarda sera Cairo non era riuscito ancora a convincere Mario Beretta. L’ex di Siena e Lecce è in pole position per diventare il nuovo allenatore granata, ma chiede precise garanzie (tecniche e contrattuali), perché in questo momento chi prende la guida del Toro si prende una vera patata bollente. Salvo colpi di scena, il Toro si ritrova, in meno di dodici mesi, a cambiare guida tecnica per la quinta volta: nel dicembre 2008 da De Biasi a Novellino, nel marzo 2009 da Novellino a Camolese, poi liquidato a giugno per far posto a Colantuono, che adesso sarà giubilato a favore di Beretta. A meno che alla fine l’ex allenatore del Lecce dica di no, come aveva fatto quindici giorni fa con i dirigenti del Siena: ed allora ecco che non sono da scartare le piste che portano a Cagni, dal momento che Camolese avrebbe già fatto sapere di non volerne sapere di tornare a lavorare per Cairo.