CANNAVARO, Sistema inglese per i violenti

03.09.2008 15:37 di  Raffaella Bon   vedi letture

Fabio Cannavaro parla degli episodi di violenza del calcio italiano da Coverciano. "Gli episodi di violenza che hanno coinvolto i tifosi del Napoli? Credo che sia sempre spiacevole vedere certe immagini. Ma credo anche che non sia un problema esclusivamente di Napoli e dei napoletani. Peggio, riguarda tutte le città e i tifosi di tutte le squadre. Soluzioni? Non credo che l'ideale sia il blocco delle trasferte e nemmeno la chiusura degli stadi, ci rimettono i tifosi onesti. Entriamo nelle curve, eliminiamo i violenti e ridiamo lo stadio a famiglie e bambini. Per dire, adesso non porterei i miei figli a vedere una partita: la gente non sa dove sedersi, non c'è organizzazione, chi ti accompagna al tuo posto. A confronto il Bernabeu pare un salotto. Lo stato deve farsi sentire di più. Ristrutturiamo i nostri impianti, rendiamo efficienti le misure che già abbiamo".

VERGOGNA - Solo una pausa, il discorso riprende immediatamente: "Le regole ci sono, mettiamole in atto. Come hanno fatto in Inghilterra. Il punto è che in Italia non si riesce a trovare una soluzione, in curva ognuno si sente libero di fare ciò che vuole. E in ogni caso, tutti sapevano che Napoli-Roma era una gara a rischio. Se mi sono vergognato di Napoli? No, vado sempre fiero di essere napoletano. Ripeto, non si deve vergognare una città ma tutto il movimento, da nord a sud esiste il problema della violenza. Cosa penserei se dietro ci fosse la camorra? Che non avrebbe nulla a che vedere con il calcio".
IMMAGINE ALL'ESTERO – Poi succede che certe immagini superano i confini nazionali: "All'estero esistono strutture fantastiche, il futuro è quello. Anche noi dobbiamo creare i presupposti per favorire gli investimenti o per attirare gli sceicchi, come sta succedendo in Inghilterra. Anche perché il nostro campionato non ha nulla da invidiare a nessuno. E poi così diventa sempre più difficile far capire ai giocatori stranieri che il calcio italiano non è solo violenza".
 
 
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