Camolese: Corpo e anima verso il Siena
di Paolo d'Abramo
Mister Camolese ha incontrato i media alla ripresa degli allenamenti : "A Milano potevamo e dovevamo fare meglio: non è la stessa cosa perdere 2-0, o 3-0, o 5-1. Ogni gol che si prende deve dar fastidio come ha dato a me, e non bisogna lasciare niente di intentato. Ovviamente questa mentalità si costruisce nel tempo, non è una cosa che basta dire. So solo che al Toro ora non servono i processi ma si deve continuare a lavorare sodo".
"Questa mattina - ha continuato Camolese - ho fatto vedere alla squadra i primi 30 minuti della partita con il Milan: i primi trenta minuti perchè già in quel lasso di tempo si vedono le cose positive e quelle negative che poi hanno portato al risultato finale".
"Ora però dobbiamo focalizzare l'attenzione sul Siena -ha concluso Camola - bisogna dimenticare velocemente e guardare avanti. Già da ieri ho iniziato a visionare copie video delle loro partite, che la società mi ha fornito. La squadra toscana è arrivata dov'è grazie alla sua organizzazione, al lavoro svolto durante la stagione: contro il Chievo ha perso solo per due episodi, ma ha lottato ed è stato sfortunata".
Signori, non è che ci sia molto da aggiungere. Forse occorrerebbe ai giocatori un pò di training autogeno, vedere qualche partita del Toro dell'ultimo scudetto, una passeggiata nei luoghi topici del tifo per farsi caricare (in senso buono, mentale) dagli innamorati granata. Forse.
Magari non basterebbe così come può non essere sufficiente la sfuriata di Foschi, le impressioni negative di Cairo, solitamente sobrio nei giudizi. E poi si sta ancora a parlare di modulo e di scelta dei giocatori, come se servisse a qualcosa più della pressione che dovrebbero sentire quelli che vanno in campo, all'Olimpico ma non solo. 4-4-1-1, 3-5-2, 4-4-2...queste formule ci hanno stancato e Camolese si ostina a far provare e riprovare schemi che quando va bene sono correttamente applicati un numero di volte direttamente proporzionale al numero di partite vinte in trasferta, quest'anno. E poi, troppa tensione fa male ai giocatori, poca invece non li motiva. Grinta, ardore agonistico, passione e per stare all'aritmetica non sono esponenziali, non sono commisurati al perdono che ogni domenica i tifosi devono concedere. Signori (e questa volta il vocativo è per i giocatori), rimboccatevi le maniche, mettetevi una mano sulla coscienza che senz'altro avete e portate alla classifica questi tre punti di domenica. Il passo non sarà quello del gatto con gli stivali ma, al momento, ci basta immaginare, in senso laico, il cammino dei pellegrini verso Santiago de Compostela, fatica e passione per una fede.