Cairo: “Cercheremo di fare meglio del settimo posto dello scorso anno”
Nella giornata conclusiva del Festival dello Sport di Trento è stato omaggiato il Grande Torino con un dibattito moderato da Massimo Gramellini e che aveva come titolo “L’eredità del Grande Torino” e il presidente Cairo non poteva non essere presente e ricordare gli Immortali. “E se ancora oggi siamo qui a parlarne è perché c’è prima di tutto un popolo granata che è vicino alle sue tradizioni – ha detto il presidente Urbano Cairo, come riportato dalla Gazzetta dello Sport -. E tra queste tradizioni il Grande Torino è sicuramente la più importante. La scomparsa di questa squadra mitica viene costantemente ricordata e tramandata di padre in figlio, per cui è sempre viva”.
Il presidente ha poi proseguito: “Dobbiamo essere orgogliosi che dopo molti anni il Toro si classifica in campionato sempre dalla parte sinistra del tabellone, ha un settore giovanile che è tornato a vincere e ha giocatori tutti di proprietà. Settant’anni fa morirono dei ragazzi straordinari e dei campioni, giovani belli e perbene, tutto questo li ha resi sicuramente immortali. Il Grande Torino è inarrivabile, quindi non bisogna assolutamente paragonarsi a loro. Ma una cosa voglio dirla: quando quest’anno siamo stati al Cimitero Monumentale, avendo rivisto le formazioni di quei cinque anni vincenti, ho riflettuto sul fatto che Ferruccio Novo non vendeva mai nessuno e ogni tanto aggiungeva uno o due giocatori e allora in quell’occasione dissi che anch’io avrei dovuto fare la stessa cosa, di tenere assolutamente tutti, come ho fatto lo scorso anno. E così ho fatto. In questo senso il Grande Torino mi ha dato una grande ispirazione. Poi vediamo se riusciremo a fare, come io spero, un campionato di livello e ad ottenere dei risultati”.
Sul Torino di oggi Cairo ha affermato: “Cercheremo di fare meglio del settimo posto dello scorso anno che pure è stato un ottimo risultato. Anche per questo non ho venduto nessuno, come dicevo. Anzi, ho acquistato Verdi, riscattato Djidji e Aina, ho riportato a casa Bonifazi e ho un bravissimo allenatore che è Mazzarri”.
PECCI, ZACCARELLI E CLAUDIO SALA
Oltre al presidente Cairo erano presenti anche Eraldo Pecci, Claudio Sala e Renato Zaccarelli protagonisti dell’ultimo scudetto granata. “Il Toro non è una squadra di calcio, ma è un’idea. E’ un sentimento – ha spiegato Pecci con i suoi vecchi compagni che annuivano -. E noi abbiamo avuto la fortuna di essere capitati in questa favola. E’ per questo che il Torino non può rapportarsi solo con i risultati o lamentarsi con gli arbitri. Tifare Toro è come darsi delle martellate in quel posto, pur essendo consapevoli che è incredibilmente vero che vale la pena. Dobbiamo seguire questa coerenza”. I tre hanno poi aggiunto: “Il Torino è il nostro Filadelfia, è la nostra Superga, è il nostro settore giovanile, è la nostra storia. Può sembrare retorica, ma è incredibilmente vero. Per questo che alle volte è preferibile avere anche due punti in meno in classifica, ma lanciare qualche ragazzo in più dal nostro settore giovanile. Se ci atteniamo alla nostra storia siamo vincenti sempre e comunque. E’ la bellezza di un racconto e di una storia che va oltre i risultati”.
SULLE PROBLEMATICHE DEL CALCIO GLOBALE
Sono stati affrontati anche le problematiche del calcio globale e Cairo ha ribadito che “Si deve andare verso un sistema dove c’è maggiore competitività. Deve esserci un sistema dove bisogna stimolare la competitività, per cui è assurdo pensare a una super Champions, dove le squadre sarebbero addirittura invitate. Ciò renderebbe il calcio ancora più per pochi, diventerebbe un club, a discapito del merito”.