BORGONOVO «Sto male»

L'ex attaccante racconta il suo dramma: «Lotto per aiutare i ricercatori»
05.09.2008 10:06 di  Raffaella Bon   vedi letture

Stefano Borgonovo, ex centravanti di Fiorentina e Milan, è ammalato di Sla (Sclerosi laterale amiotrofica), meglio conosciuta come morbo di Gehrig. Malattia a decorso inesorabile — tutti i muscoli si bloccano via via, la mente però resta lucida —, la Sla ha già ucciso 39 ex calciatori, come accertato da Raffaele Guariniello, magistrato di Torino. In media la Sla colpisce sei persone ogni centomila, nel calcio italiano Guariniello e i suoi periti hanno individuato 43 casi su 30 mila giocatori: evidente sproporzione. Il doping, però, c'entra poco e la cartina di tornasole è il ciclismo, sport in cui non c'è traccia di Sla. Probabile che la correlazione tra pallone e morbo di Gehrig sia dovuta a un cocktail di concause: traumi a gambe e testa; abuso di anti-infiammatori; sforzi eccessivi in allenamenti e partite; contatti con pesticidi usati per i campi da gioco; predisposizione genetica. Oltre a Borgonovo, al momento altri tre ex calciatori soffrono di Sla, sono due centrocampisti di B e C degli anni Ottanta e Piergiorgio Corno, ex del Como.
Privacy Da circa un anno e mezzo si sapeva della malattia di Borgonovo, ma Stefano non voleva che la sua storia venisse raccontata. Finché Massimo Mauro, della Fondazione Mauro e Vialli che raccoglie fondi per la lotta alla malattia, e il dottor Mario Melazzini, presidente dell'Aisla, l'associazione che in Italia aiuta le famiglie colpite dal tornado Sla, hanno convinto Borgonovo ad aprirsi. Stefano ha accettato di incontrare una troupe di Sky.
Sintetizzatore Borgonovo non riesce più a parlare da tempo. E' tracheotomizzato e si esprime con un sintetizzatore vocale, al computer. Parla con gli occhi: i suoi sguardi comandano un mouse e tramite un software le lettere indicate vengono trasformate in voce. A Sky ha detto: «Ringrazio Milan e Fiorentina, Galliani e Della Valle, perché mi sono vicini. Voglio creare una Fondazione Borgonovo per aiutare la ricerca e gli ammalati come me». L'8 ottobre si giocherà un'amichevole tra Milan e Fiorentina con incasso devoluto alla nuova struttura di Stefano. Donadoni, Ancelotti, Baggio, Dunga e Maldini hanno fatto arrivare messaggidisolidarietà.
Serenità Borgonovo vive a Giussano, a Nord di Milano, ed è sostenuto dalla famiglia: la moglie Chantal e i quattro figli, un maschio e tre femmine. Il primogenito ha vent'anni, l'ultima bimba cinque. Stefano è in cura al «Nemo» dell'ospedale Niguarda di Milano, laddove Nemo ha un duplice significato: Nemo come acronimo di «Neuro-muscolar omnicenter», centro specializzato in mali come Sla, distrofia muscolare e atrofia spinale, e Nemo come il pesciolino del cartone animato della Pixar Disney («Alla ricerca di Nemo», 2004), tormentato da una pinna atrofica. Borgonovo è sereno, non prova rancore o rabbia per il calcio, ritiene la malattia una fatalità. Ha passato momenti neri, voleva isolarsi, poi ha capito che il suo nome può essere speso per reperire fondi da destinare alla ricerca. Oggi dice di avere degli obiettivi: «Migliorare la qualità della vita di ogni malato di Sla e fare in modo che tutti abbiano un sintetizzatore vocale; supportare i ricercatori». E così è diventato consigliere dell'Aisla, assieme a Massimo Mauro, che sa bene quanto dolore possa provocare una grave malattia.

Gazzetta dello Sport