Bollino rosso per la settimana granata
Prima capitale d’Italia, ex capitale del calcio,nuova capitale della paura. Il cielo sopra Torino è nero, ma le piogge d’autunno non c’entrano niente. Sulle sponde del Po rimbombano scricchiolii sinistri e le proteste di due popoli feriti, delusi. Diversi obiettivi, stessa angoscia per Toro e Juve: quella di non farcela. Parlano i granata, sembra sentire i bianconeri: i ruoli si ribaltano e si mischiano, quasi si confondono. Ultimatum e riscatto, parole e sentimenti che vanno per la maggiore sull’asse Sisport-Vinovo. Cairo abbozza un eloquente «Vergognatevi». Blanc replica con un significativo «Non si può sbagliare più». Vocaboli intercambiabili: vanno bene per gli uni e per gli altri.
Sullo sfondo, l’inferno. Il fallimento, una possibilità di cui nessuno vuole sentir parlare. Una certezza, se non si raddrizza subito la rotta. Sia per la Juve che per il Toro: è questa la novità di una depressa Torino. Ma mentre le zebre si possono riscattare subito in Champions, per i granata sarà l’ennesima settimana palpitante, con l’acqua alla gola e il fiato sul collo dei tifosi sul piede di guerra.
Oggi, la ripresa della preparazione alle 15 alla Sisport si annuncia da bollino rosso, con la contestazione. Anche Cairo è scocciato e delusissimo da una squadra che, nonostante tutti gli sforzi profusi e l’ottimismo della vigilia, sta collezionando più sconfitte che belle figure. Sono sette giorni di fuoco, che si chiuderanno “solo” nel monday night dell’Olimpico, dove sarà di scena la neo-capolista Lecce: una sfida difficilissima. Quattro ko in dodici giornate sono un macigno che affossa anche l’ottimista più inguaribile come Cairo. Ma smaltita la rabbia profonda, a 48 ore dal disastro di Trieste, almeno l’editore è tornato a pensare positivo. Con Foschi, che ha visto e sentito ripetutamente durante il lungo week end di paura, ha parlato a trecentosessanta gradi di tutti i problemi del Toro. L’obiettivo è di risolverli al più presto per ricacciare nello stomaco la paura: anche con un intervento corposo sul mercato a gennaio. Nel mirino due centrocampisti, Delvecchio del Catania e Bentivoglio del Chievo, oltre ad un terzino, il baby romanista Antunes.
Il fallimento avrebbe conseguenze tremende. Dopo quello sportivo, Cairo andrebbe incontro anche a quello economico, nella malaugurata ipotesi di permanenza in serie B: un rosso superiore ai 50 milioni. E’ un’ipotesi lontana, ma dagli scenari a sorpresa. Alle dimissioni di Foschi («La squadra l’ho fatta io, se non otterrà la promozione, sarò l’unico responsabile»), il patron sarebbe per la prima volta tentato di liberarsi della società. Cairo, atteso in settimana alla Sisport, per ora predica l’umiltà, perduta nel folle sabato triestino