ABATE, Io parlo dopo il derby

12.09.2008 17:50 di  redazione TG   vedi letture
Fonte: Tuttosport

Ammette di aver sorriso, Ignazio Abate, quando qualche gior­no fa ha letto su Tuttosport l’intervi­sta a Paolo De Ceglie, terzino della Juve e suo compagno di camera in Nazionale durante l’Olimpiade di Pechino: «Quale è la prima cosa a cui penso se mi parlate di De Ceglie, Giovinco e Marchisio? Semplice so­no tre... Gobbi! - E giù una risata, fragorosa -. A parte gli scherzi sono tutti e tre grandi amici. Paolino so­steneva che al derby loro saranno davanti a noi? Beh, io di carattere so­no uno che non parla mai per primo. Preferisco i fatti ai proclami. Loro di­cono di essere più forti? Io credo che con la corsa, la grinta, il cuore e il ca­lore dei nostri tifosi si possa ridurre il divario. Il derby è una partita a sé, sfugge dai pronostici. E poi noi ab­biamo la Maratona, uno spicchio di Carnevale di Rio a Torino. La Juve mica può contare su dei tifosi così».
I TRES AMIGOS
Giovinco, Marchi­sio e De Ceglie: tre gobbi, sì, ma pu­re tre amici e tre giocatori attesi da un futuro radioso. Abate ne è ferma­mente convinto: «Marchisio è un gio­catore completo sotto tutti i punti di vista, tecnico tattico e di carattere. Può giocare titolare nella Juve e cre­do che per un giovane sia moltissi­mo. Sebastian ha grande qualità. Quest’anno magari dovrà avere un po’ di pazienza, perché davanti a sé ha campioni incredibili, ma il futuro è suo, su questo non c’è dubbio. Quanto a Paolo è generoso come po­chi e poi ha un’altra qualità incredi­bile? Quale? Dai, ok, vi rivelo un se­greto. Paolo è il miglior compagno di camera che uno possa volere: non si arrabbia mai, ma proprio mai. Arri­va in camera dopo il pranzo e si but­ta sul letto con un bel libro in mano e l’ipod nelle orecchie. Al massimo si attacca a internet con il pc, ma non è uno molesto, anzi. Insomma, come potrei mai parlare male di uno così? Ci sono solo 180’ in cui mi dimentico che loro sono degli amici carissimi, e sono quelli del derby. Cosa potrei fa­re in caso di gol alla Juve, se li sfot­terei in qualche modo strano? Mah, peso che per un gol ai gobbi potrei correre a perdifiato sotto la Marato­na. Ma non basterebbe a esprimere la mia gioia: per una rete ai bianco­neri penso che potrei correre fino in piazza San Carlo!».
UNDER, ASPETTAM IDomani
mat­tina l’Under 21 conoscerà il suo av­versario nel barrage che qualifica al­l’Europeo di Svezia. Ignazio Abate, la locomotiva granata, è parte del gruppo di Casiraghi, anche se ha do­vuto saltare le ultime due sfide con Grecia e Croazia a causa di un infor­tunio rimediato a Pechino. Nelle due gare decisive, però, ci vuole essere. A ogni costo: «Il ko col Belgio all’Olim­piade è stato per noi tutti una lezio­ne importante, quegli errori ci han­no fatto crescere. Casiraghi e Rocca sanno quello che posso offrire e san­no che per me l’azzurro è un onore. Dovremo vincere il barrage per arri­vare in Svezia da protagonisti: ab­biamo un gruppo importante che ha qualità e temperamento. E’ dunque giusto puntare al successo: per me sarà l’ultimo Europeo e voglio to­gliermi delle belle soddisfazioni». Abate non vuole poi dimenticare Gianfranco Zola, suo ex allenatore proprio con gli azzurrini che da ieri è il nuovo coach del West Ham: «E’ un grandissimo, Zola. Quello che ti colpisce subito è la sua umiltà, la sua voglia di stare in campo. A Pechino abbiamo passato due mesi a stretto contatto, ha aiutato tutti, non soltan­to me, a crescere. Sapete, è facile quando sei molto giovane esaltarti troppo facilmente quando le cose vanno bene o abbatterti quando ci sono delle difficoltà. Ecco, Zola non s’è mai tirato indietro quando era il momento di darci consigli o di spro­narci ».