ABATE, Io parlo dopo il derby
Ammette di aver sorriso, Ignazio Abate, quando qualche giorno fa ha letto su Tuttosport l’intervista a Paolo De Ceglie, terzino della Juve e suo compagno di camera in Nazionale durante l’Olimpiade di Pechino: «Quale è la prima cosa a cui penso se mi parlate di De Ceglie, Giovinco e Marchisio? Semplice sono tre... Gobbi! - E giù una risata, fragorosa -. A parte gli scherzi sono tutti e tre grandi amici. Paolino sosteneva che al derby loro saranno davanti a noi? Beh, io di carattere sono uno che non parla mai per primo. Preferisco i fatti ai proclami. Loro dicono di essere più forti? Io credo che con la corsa, la grinta, il cuore e il calore dei nostri tifosi si possa ridurre il divario. Il derby è una partita a sé, sfugge dai pronostici. E poi noi abbiamo la Maratona, uno spicchio di Carnevale di Rio a Torino. La Juve mica può contare su dei tifosi così».
I TRES AMIGOS Giovinco, Marchisio e De Ceglie: tre gobbi, sì, ma pure tre amici e tre giocatori attesi da un futuro radioso. Abate ne è fermamente convinto: «Marchisio è un giocatore completo sotto tutti i punti di vista, tecnico tattico e di carattere. Può giocare titolare nella Juve e credo che per un giovane sia moltissimo. Sebastian ha grande qualità. Quest’anno magari dovrà avere un po’ di pazienza, perché davanti a sé ha campioni incredibili, ma il futuro è suo, su questo non c’è dubbio. Quanto a Paolo è generoso come pochi e poi ha un’altra qualità incredibile? Quale? Dai, ok, vi rivelo un segreto. Paolo è il miglior compagno di camera che uno possa volere: non si arrabbia mai, ma proprio mai. Arriva in camera dopo il pranzo e si butta sul letto con un bel libro in mano e l’ipod nelle orecchie. Al massimo si attacca a internet con il pc, ma non è uno molesto, anzi. Insomma, come potrei mai parlare male di uno così? Ci sono solo 180’ in cui mi dimentico che loro sono degli amici carissimi, e sono quelli del derby. Cosa potrei fare in caso di gol alla Juve, se li sfotterei in qualche modo strano? Mah, peso che per un gol ai gobbi potrei correre a perdifiato sotto la Maratona. Ma non basterebbe a esprimere la mia gioia: per una rete ai bianconeri penso che potrei correre fino in piazza San Carlo!».
UNDER, ASPETTAM IDomani mattina l’Under 21 conoscerà il suo avversario nel barrage che qualifica all’Europeo di Svezia. Ignazio Abate, la locomotiva granata, è parte del gruppo di Casiraghi, anche se ha dovuto saltare le ultime due sfide con Grecia e Croazia a causa di un infortunio rimediato a Pechino. Nelle due gare decisive, però, ci vuole essere. A ogni costo: «Il ko col Belgio all’Olimpiade è stato per noi tutti una lezione importante, quegli errori ci hanno fatto crescere. Casiraghi e Rocca sanno quello che posso offrire e sanno che per me l’azzurro è un onore. Dovremo vincere il barrage per arrivare in Svezia da protagonisti: abbiamo un gruppo importante che ha qualità e temperamento. E’ dunque giusto puntare al successo: per me sarà l’ultimo Europeo e voglio togliermi delle belle soddisfazioni». Abate non vuole poi dimenticare Gianfranco Zola, suo ex allenatore proprio con gli azzurrini che da ieri è il nuovo coach del West Ham: «E’ un grandissimo, Zola. Quello che ti colpisce subito è la sua umiltà, la sua voglia di stare in campo. A Pechino abbiamo passato due mesi a stretto contatto, ha aiutato tutti, non soltanto me, a crescere. Sapete, è facile quando sei molto giovane esaltarti troppo facilmente quando le cose vanno bene o abbatterti quando ci sono delle difficoltà. Ecco, Zola non s’è mai tirato indietro quando era il momento di darci consigli o di spronarci ».