A Torino un Bologna nervoso, ma scortato dal tifo
In ritiro a Pavia e in silenzio prima di giocarsi a Torino una bella fetta di serie A. Il povero e nervoso Bologna di questi tempi avrà però il conforto della sua gente. Lo seguiranno tanti tifosi, si calcola circa duemila, per cercare di prendere quel punto che lascerebbe immutato il ritardo sui granata (29 contro 30 dice la classifica) da scavalcare poi nelle ultime (e non impossibili) partite: Lecce e Catania in casa, con in mezzo il Chievo in trasferta. Una vittoria ribalterebbe in modo forse decisivo la situazione (all'andata il Bologna di Mihajlovic vinse 5-2 con una delle poche prestazioni brillanti), una sconfitta varrebbe una condanna. La squadra è stata portata lontano dalla città per i soliti motivi di concentrazione ma anche per staccare i giocatori da un ambiente piuttosto critico, in parte per il campionato più che modesto e con tre-quattro partite disastrose e indisponenti, in parte per le frizioni degli ultimi tempi. Volpi e Mudingayi hanno avuto problemi con i tifosi, tra Marazzina e Castellini c'è stato uno scontro verbale piuttosto acceso in allenamento. La società ha cercato lodevolmente di tenere sempre toni bassi, ha ribadito fiducia al nuovo allenatore Papadopulo e nella salvezza e la tifoseria si è ricompattata attorno alla squadra, se non sui singoli (l'unico senza fischi è sempre stato Di Vaio). Dimenticate le pesanti contestazioni dopo il disastro interno col Siena (ultima di Mihajlovic) e la batosta di Palermo (prima di Papadopulo), ci sono stati applausi e incoraggiamenti anche dopo la sconfitta interna con la Reggina. In vari punti della città sono comparsi striscioni per chiedere ai bolognesi da fare il viaggio fino a Torino. È probabile che Papadopulo riprovi Osvaldo al fianco di Di Vaio e che preferisca Antonioli a Colombo, che ha sostituito il titolare nelle ultime partite