Zona playstation

10.11.2008 10:06 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Alessandrorosina.it

Zero a zero con tanto di cannonate. Sarebbe potuta finire così se le Fate Carabine non si fossero inventate la conclusione del secolo. Per intenderci uno di quei tiri che o si insaccano in un applauso oceanico (quasi mai) o finiscono in tribuna (quasi sempre). È stata la volta degli applausi; del resto era scritto: a decidere la partita non poteva che essere una cannonata. È così che la palla finisce sul sinistro di Saumel e poi in rete: in mezzo tra le due cose una conclusione da playstation, un'esplosione da fuori area che avrebbe piegato anche il pennone di Capitan Uncino. Bene così. Perché nulla abbatte la superstizione più di un tiro telecomandato, quel tanto che basta per non sentirsi troppo perseguitati dalla cattiva sorte. Resta un forte senso di liberazione, un'esplosione di colori, schegge di entusiasmo infantile sparse per bene sul campo da gioco. Ma soprattutto resta la sensazione che il Torino stia imparando a combattere anche nella polvere. Lo sa bene Dzemaili, guerriero da deserto tutto d'un pezzo: palla dopo palla ha finito col collezionare pali e destri pugilistici.

Eppure ad aprire o quasi il festival delle cannonate è stato un lampo di Miccoli: traversa colpita e abbattuta. Poi solo Torino. Cannonata a destra, cannonata a sinistra, palo esterno, palo pieno, rete annullata. Roba da sentirsi perseguitati. Quindi il viso pulito di Saumel e la pistolettata da manga "lupiniano". Quello che non è da manga è la schiera di sorrisi: decisamente troppo limpidi, troppo ampi, troppo sereni. Come quello di un bambino che ha appena vinto alla playstation.


Andrea Riccardi