Toro e Fiorentina, storia di un gemellaggio
Siamo all’inizio degli anni ’60, e sono anche gli albori del tifo organizzato. Proprio in questo periodo nascono i primi clubs che verranno poi indirizzati nelle associazioni che faranno poi parte della stessa società ACF Fiorentina. Nel 1965 il presidente della Fiorentina di allora Nello Baglini, fu il promotore del Centro di Coordinamento Viola Club che prevedeva un consiglio formato in parte da rappresentanti della società stessa e in parte da rappresentanti dei viola clubs. Anche nelle altre città iniziano a formarsi gruppi di sostegno per le proprie squadre di calcio creando così i presupposti per instaurare i primi contatti e rapporti di amicizia con le altre società e tifoserie. Allo stesso modo iniziano a nascere anche le prime rivalità calcistiche, che non saranno attutite neanche quando tutte le varie associazioni del tifo organizzato si riuniranno alcuni anni dopo nella costituzione della F.I.S.S.C. (Federazione Italiana Sostenitori Squadre Calcio), formatasi nel 1970.
La rivalità più forte e sentita dalla tifoseria viola è quella contro la Juve, questa ha origine negli anni cinquanta e sessanta, quando la Fiorentina occupava stabilmente le zone alte del calcio italiano, ma acuita ulteriormente nell’anno 1981-’82 con i contestati episodi del campionato, con la finale di Coppa Uefa 1989-’90 e con la cessione di Roberto Baggio. Per tutta questa serie di motivi si viene ad instaurare con l’altra parte di Torino e la sua tifoseria un legame sempre più forte che si consolida negli anni e rappresenta ad oggi il gemellaggio più duraturo dei tifosi viola. Quando la Fiorentina è in trasferta a Torino il tifoso viola ha sempre il supporto dei sostenitori granata, anche perché negli anni settanta andare da Firenze a Torino sia per distanza che per costi economici era un privilegio di poche centinaia di persone ( tranne che nella partita storica del 16 maggio 1969 quando proprio a Torino si conquistò matematicamente il secondo scudetto e furono migliaia i tifosi viola al Comunale).
Proprio in queste trasferte di “pochi” che il rapporto con i “cugini” granata viene a consolidarsi sempre di più. Un ricordo particolare di una trasferta a Torino ci è stato raccontato da un “vecchio” tifoso viola a dimostrazione di quanto fosse sentito il legame e il rispetto tra le due tifoserie: "per quella particolare partita eravamo solo in venti, una volta giunti a Torino i tifosi granata ci avvertirono che nel nostro settore potevano essere presenti in maniera incognita una componente di tifosi juventini con rischi reali per la nostra incolumità fisica, si attivarono per farci spostare in una zona della maratona ed evitammo così spiacevoli situazioni". Un significativo contributo per questo gemellaggio, negli anni settanta, fu dato da un ragazzo di Prato trapiantato a Torino per lavoro, soprannominato nell’ambiente della tifoseria viola “Cucciolo” che ha rappresentato il collante tra i colori viola e quelli granata. Così fin dalle origini e attraverso una forte coesione di comuni intenti i due colori viola e granata sono diventati un tutt’uno, i due cori, “viola, viola”, “toro, toro” si sono alternati dalle due curve da Firenze a Torino e sono diventati un solo unico coro.
Ennesima testimonianza lo scorso 25 novembre nella partita di andata all'Olimpico di Torino, quando le due tifoserie viola e granata hanno onorato questo gemellaggio storico con il giro del campo sventolando bandiere e stendardi diventati un solo colore. Non abbiamo la certezza di una data precisa di questo connubio, non è stata certo studiata a tavolino, ma è stata l'espressione spontanea nata dal profondo del cuore che rappresenta ancora oggi un' amicizia vera e sincera di due tifoserie che dura ormai da più di quarant’anni.