Lettere alla redazione, linea di galleggiamento
Carissima redazione, amica giornaliera della mia quotidianità, mi chiamo Andrea di Lagosanto Ferrara, sono colorato corpo e anima di granata, compreso di linea genetica, con i torellini che stanno crescendo attorno a questo scialbo mondo calcistico. Credo si sia capito che vi è Toro ovunque nella mia famiglia, padre, suocera, suocero, genero, moglie, figli, ma credetemi sono una persona estremamente sportiva in ogni dove e situazione, anche quando si parla di loro, che ad alti livelli sportivi proprio non sono stati capaci di essere veri e propri esempi di eguaglianza e coerenza. Vedi pena revocata della curva o il non accettare a prescindere le regole della FGCI, riguardante il numero di scudetti vinti.
Nel mio cerchio non si insegna odio o rancore, ma sorrisi e passione sincera, in Italia il calcio dovrebbe essere la stella polare di valori, che oggi ahimè, sono sempre più calpestati e malmessi, dimenticati, speranzosi ed ottimisti però che un giorno sicuramente vedremo riflettere di nuovo. Non giunge niente di nuovo, se descrivo una situazione culturale palesemente proiettata a far crescere i giovani virgulti, solo ed esclusivamente sotto ad alcune dittature calcistiche… e soprattutto sempre più quella là; ma qualcuno non diceva che il mondo è bello perché è vario? Tutto ciò lo si vede con l’egemonia politica/economica che ruota attorno alla macchina del calcio e che piano piano lo trascina sempre più in basso. I vertici Uefa sono inflessibili verso i cari interessi e si ubriacano di potere, i nostri vertici della FGCI a prescindere li adottano senza battere ciglio. Qualcuno diceva che nella preistoria questo animale si chiamava fair play finanziario, almeno così mi sembra, vero? Ma il non plus ultra è quando si arriva in una qualsiasi stazione, negozio, campetto, centro commerciale, ecc, ecc, che ti trovi circondato da cianfrusaglie/feticci e gadget dei titani calcistici e ti giri a cercare quello che è rimasto del tuo granatismo da bancarella. Si dice così adesso?
Ma arriviamo al dunque, ritengo che il Toro in questi ultimi anni ci abbia regalato momenti elevatissimi di gioia, inutile fare una lista completa. Venivamo dalle sabbie mobili dove era diventato difficile muoversi e siamo arrivati a costruire qualcosa di positivo. Una società sana, capace di valorizzare i suoi elementi in rosa, un gioco tosto, aver battuto loro che era diventata quasi una barzelletta e ad un tratto ci siamo fermati lì, sazi e appagati. Come se questi due anni di soddisfazioni, non potessero giustificare una crescita esponenziale di questo TORO sano e vispo. Sì, proprio così ci siamo fermati proprio dopo aver battuto loro. Contro l’Empoli sembravamo i bambini viziati e mugugnanti al luna park, a Genova forse ci siamo andati per vedere la Concordia ormeggiata, con il Chievo abbiamo riaperto il gas e a Milano siamo andati per l’Expo ma abbiamo trovato San Siro. Addirittura i risultati attorno a noi erano sempre positivi a nostro favore ed invece di approfittarne, aprire il gas e sgasare, abbiamo messo una bella retromarcia decisa. L’apoteosi la partita contro il Milan, o quello che ne è rimasto del Milan, quei diavoletti mediocri sembravano il Barça o il Bayer.
Il rispetto è il collante che unisce l’animo sincero dei tifosi con i valori che rappresenta questa maglia granata, indistintamente da chi la indossa, che passa come tutte le cose, mentre quella maglia rimane sempre ed ovunque, assieme a i suoi valori. Onore comunque a questo TORO sempre e ovunque. Pubic72, Cristiana, Matilda, Luigi.