Lettere alla redazione, caro Mister ti scrivo...

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una tifosa "delusa" dopo quanto successo all'allenamento di mercoledì, ricordando comunque che se il mister chiude le porte ha i suoi buoni motivi.
23.02.2012 18:12 di  Marina Beccuti   vedi letture
Lettere alla redazione, caro Mister ti scrivo...
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Caro Mister,

prima di tutto vorrei ringraziarla per il lavoro che sta svolgendo quest’anno a Torino. Per noi tifosi è stato una vera e propria dose d’ossigeno in un momento non facile di sconforto, delusione e amarezza. Ha portato gioia, motivazione e ha fatto battere nuovamente il nostro Cuore Granata.
Da tifosa inesperta posso a volte non comprendere determinate scelte tecniche. Mi creda è proprio difficile per me vedere un Capitano in panchina o in ballottaggio per un posto in squadra. Un ragazzo che dentro e fuori il campo, per cuore e anima, è l’Uomo più rappresentativo di questa maglia; ma allo stesso tempo ho piena fiducia nel suo lavoro e nella sua esperienza e ho profondo rispetto delle sue decisioni. La cosa fondamentale è che parli ai giocatori e riesca a motivare le sue scelte. Credo che lei stia facendo molto soprattutto sotto l’aspetto psicologico e non è cosa da poco.

Ho tuttavia un po’ di amarezza per quello che è successo ieri in Sisport. Mi ha un po’ deluso il suo atteggiamento e per questo mi piacerebbe farle comprendere come un’umile tifosa può vivere le sue decisioni. Ho aspettato con ansia la sessione a porte aperte questa settimana. Sono una ragazza che ama la sua squadra e riesce ancora ad emozionarsi quando allo stadio vede i propri beniamini scendere in campo o riesce ad assistere ad  un allenamento.

Hanno aperto le porte alle 15.00 e ho pazientemente aspettato la vostra entrata in campo. Ho visto una parte della vostra preparazione con tanta felicità e la consueta emozione. Quello che mi ha sconcertato è stato l’annuncio che era stato disposto l’allontanamento dei tifosi dopo la partitella. Alla mia obiezione sul fatto che è inconcepibile che un allenamento a porte aperte diventi ad un certo punto e senza alcuna motivazione a porte chiuse, uno steward mi ha risposto che “il mister può decidere quello che vuole”. Mi creda quando le dico che è stata una doccia fredda.
Io credo che un Mister prima di tutto debba decidere di rispettare i suoi tifosi. Il venire accompagnati “gentilmente” fuori dal centro sportivo non è una bella sensazione a maggior ragione perché siamo persone che vengono da voi per incitarvi, sostenervi ed acclamarvi.

Non conosco gli accordi societari per l’apertura al pubblico dei suoi allenamenti ma credo non sia molto corretto nei confronti di chi viene per voi anche da lontano mandarci via in questo modo. Un allontanamento durato 40’ circa. Mi chiedo cosa può aver fatto di tanto importante in questo lasso di tempo così ristretto. Non ha più valore la presenza dei vostri tifosi? Non ha più senso provare le vostre “mosse” segrete in qualsiasi altro momento in cui stabilite una sessione a porte chiuse?

Mi perdoni Mister. Lei ragiona da uomo di calcio e io solo con il cuore. Siamo definiti una piazza esigente e  posso comprenderlo ma preferisco pensare che siamo solo tifosi stufi di essere presi in giro.

L’accaduto non cambia assolutamente la bella opinione che ho di lei e spero che rimanga con noi a lungo. Mi auguro che solo che possa aver capito quanto sia importate avere un po’ più di considerazione da parte sua. Non dimentichi che voi lottate in campo e noi fuori oltre al fatto che i tifosi sono la vera anima di questa squadra.

Con affetto,

Tania Camponi