Pereyra sostiene il ritorno nel Belpaese. Ma la richiesta resta esosa
La citazione del noto romanzo di Antonio Tabucchi, seppur con grafia leggermente diversa dei cognome dei rispettivi protagonisti, introduce l'annosa questione legata all'approdo de El Tucuman tra le file del Toro di Mazzarri, iniziata essenzialmente con l'insediamento del tecnico toscano al timone. Le prestazioni di Roberto Pereyra, arrivato al terzo anno di Watford, sono andate in crescendo, cosa che spinge il club dei Pozzo a sparare alto: 30 milioni di euro per il cartellino, una richiesta che appare decisamente al di sopra dell'effettivo valore del 28enne argentino, che potrebbe realisticamente partire per circa metà della suddetta cifra (o anche qualcosa in meno: per l'autorevole Transfermarkt.de di milioni ne vale 12). Più complicato limare l'ingaggio annuo, superiore ai due milioni e mezzo di euro. Pereyra, che in Italia, tra Udinese e Juventus, ha sempre vestito il bianconero, conosce bene le annotazioni stilistiche al gioco di Mazzarri, che a Londra lo ha allenato nel 2016/17, e conosce bene il calcio nostrano, in cui si è distinto per versatilità e rapidità di manovra. La tentazione di un ritorno in Serie A, per il giocatore, è forte. Con un ragionevole ripensamento sui costi di trasferimento, l'affare potrebbe soddisfare tutte le parti in causa.