Il mercato granata? Voto 8
Già si può dire che Petrachi ha compiuto un'impresa, se si considerano freddamente solo i numeri. Gli era stato chiesto di varare una rivoluzione tra entrate e uscite, ma più ancora era convinto lo stesso ds della necessità di cotanto ribaltone (già lo pensava quando era soltanto un osservatore esterno della realtà granata: figuratevi quando ha cominciato a mettere piede nello spogliatoio). Alla fine della fiera, tra prestiti gratuiti e svendite, Petrachi ha ingaggiato addirittura 12 giocatori (soltanto Pià è stato condiviso con Foschi, all'epoca ancora in sella), cedendone ben 9. Dunque 21 le operazioni compiute in un mese: è davvero un record, a gennaio. La morale, senza però entrare ancora nella valutazione prettamente sportiva? Rivoluzione doveva essere, rivoluzionata è stata. Tra le pieghe delle trattative non si può poi non sottolineare anche l'efficacia del lavoro svolto dal segretario generale Ienca, soprattutto nel mettere subito i nuovi giocatori a disposizione di Colantuono con tesseramenti lampo (anche la cura degli aspetti burocratici e regolamentari è fondamentale). Buona quindi la scelta di Petrachi da parte del Presidente Urbano Cairo che adesso vuole raccogliere sul campo i frutti del mercato. Poteva Cairo sperare di meglio? Oggettivamente no, anche se il patron è noto pure per essere un imprenditore incontentabile. Il conteggio tiene oltretutto conto anche della disponibilità di Cairo a pagare fino a giugno parte degli ingaggi di Pisano, Di Michele, Loviso e Colombo, pur di riuscire a cederli. Anche dal punto di vista esclusivamente finanziario la morale è la stessa: massimo risultato col minimo sforzo. D'altra parte Petrachi, quando a fine dicembre arrivò a Torino, si era presentato senza troppe cerimonie, dicendo di se stesso: «Nel calcio sono chiamato il signor Parametro Zero».