Rosario Rampanti: "Al Torino serve un cambio di mentalità"
Abbiamo intervistato in esclusiva Rosario Rampanti, ex calciatore del Torino nelle giovanili e in seguito dal 1968 al ‘69 e dal 1970 al ‘74 e ha anche allenato la Primavera dal 1990 al ‘94 e sempre nel 1994 la prima squadra; tolta la maglia del Torino ha indossato, da calciatore, quella del Bologna dal 1975 al ‘77 e poi nella stagione ‘78-’79. Attualmente è assessore allo sport del comune di Moncalieri. Con lui abbiamo parlato della partita Bologna-Torino.
Quanto è delicata la partita fra Bologna e Torino sia per la classifica sia per l’andamento che hanno avuto in campionato le due squadre?
“Le due squadre hanno un buon margine sul Siena, però deve essere mantenuto un livello di risultati degni in queste ultime partite. Non è perché si è quasi salvi che si deve mollare. Il Torino nella gara con il Napoli ha dato l’impressione che la partita non sia stata preparata mentalmente, i granata hanno giocato con troppa tranquillità infatti a un certo punto i partenopei giochicchiavano tenendo la palla e rallentando il ritmo e il Torino si è come adattato, però questo è un errore”.
Che insidie ci possono essere in questa partita per il Torino?
“Il Bologna ha dimostrato di essere una squadra bene impostata, solida e ha ottenuto dei bei risultati. Nel Torino ci vuole un cambio di mentalità e soprattutto non bisogna bearsi nel sentire dire che la squadra gioca bene perché non si gioca bene se si prendono quattro gol dal Parma e cinque dal Napoli. Se qualcuno si è convinto che sta giocando bene è meglio che si convinca che è più utile giocare meno bene, ma fare risultato”.
Fra Torino e Bologna in classifica c’è un punto di differenza, ma se si considera la penalizzazione di meno uno dei granata non ce n’è nessuno. A suo giudizio non c’è differenza di valori fra queste due squadre?
“Mah, la differenza sta nei tanti gol che ultimamente ha subito il Torino. Nelle prime undici gare del girone d’andata aveva preso dieci gol, mentre in quello di ritorno diciannove, è preoccupante ed è sintomo che il reparto difensivo non va bene. Probabilmente c’è poco filtro a centrocampo e forse si è accusata l’assenza di Ogbonna che ha dovuto saltare molte partite a causa dell’infortunio, anche se Rodriguez che l’ha sostituito ha fatto bene, però se un giocatore come Angelo avesse continuato per tutta la stagione a rendere come aveva fatto all’inizio avrebbe dato grandi garanzie, invece dopo il rientro è incappato in una partita nefasta a Parma, oltretutto infortunandosi nuovamente. In più credo che la questione del rinnovo-non rinnovo del contratto di Bianchi senza che ci sia chiarezza, nel senso di una parola ufficiale in un senso o nell’altro su quello che accadrà, ha delle ripercussioni sia in campo sia in tutto l’ambiente. Ho l’impressione che Cairo non rinnoverà il contratto a Bianchi e su questo sono abbastanza d’accordo, io non contesto il valore del capitano e il grande contributo che ha dato in questi anni, però il rapporto gol-ingaggio-collaborazione con la squadra non è più del tutto buono sul piano del gioco. Ho l’impressione che Bianchi collabori poco anche se è sempre pronto a finalizzare e se si vuol dare un bel gioco alla squadra bisogna trovare un attaccante di valore e che sappia anche aiutare di più i compagni. E’ un malessere generale quello che sta vivendo il Torino che però deve rialzare la testa e riaffermarsi. Il Bologna ultimamente ha conseguito dei buoni risultati, tranne la sconfitta con la Juventus nelle ultime cinque partite ha conquistato dieci punti. Per questo sarà una gara molto difficile”.
Si può dire che chi vincerà fra Torino e Bologna sarà salvo a prescindere da quello che succederà nelle ultime sette partite?
“Sì, ormai la situazione è ben delineata ci sono squadre molto più scarse che sono destinate a stare dietro. Sia il Torino sia il Bologna possono stare tranquille e convincersi che devono solamente acquisire un po’ di equilibrio di gioco e che gli sbalzi di umore non fanno bene soprattutto al Torino”.