Riccardo Maspero: "Ciò che è accaduto a Piacenza è terribile per i giocatori. Ora mi piacerebbe allenare all'estero"
Terminato il suo incarico alla Pro Piacenza, in seguito alla grave crisi societaria del club, il quasi 49enne ex-centrocampista granata Riccardo Maspero, intervistato da RMC Sport, ha commentato: "L'esperienza alla Pro Piacenza, per com'è andata a finire è stata molto negativa. Io ero arrivato con grande entusiasmo, e il presidente aveva dato le garanzie economiche. Mi sono trovato dunque in una realtà in cui le cose erano sì partite male, ma sembrava che tutto potesse ripartire al meglio. Ho trovato un gruppo di ragazzi eccezionali, e di uomini veri, ciò che hanno subito è qualcosa di davvero brutto. In Serie C ci sono i giocatori che vivono di quello che guadagnano. Loro hanno fatto veramente gruppo, dando dimostrazione di essere grandi professionisti. Si sperava che si potesse fare qualcosa di diverso, perché il presidente dava le garanzie. Il presidente aveva convinto i giocatori che gli hanno dato fiducia per mesi. Anche io ho dato fiducia fino alla fine al presidente, fino all'ultima gara che non abbiamo giocato. Lì ho capito che non potevo più andare avanti, e mi sono dimesso. Il presidente Pannella? Lui mi ha scelto, e mi ha dato fiducia, e io da allenatore ho fatto il mio lavoro fino alla fine. Non mi sento tradito, perché i presidenti hanno le proprie motivazioni, e sono i padroni del gioco, sono loro che determinano. Dispiace, perché adesso sono tagliato fuori da tutto, dato che i due mesi più importanti per un allenatore sono passati. Spero che la squadra ora venga esclusa dal campionato, così che anche io possa rientrare in gioco. Io ho fatto il massimo per il Pro Piacenza. Certe situazioni non devono neanche iniziare, ci devono essere regole precise che vanno rispettate. Non si può arrivare a rovinare famiglie intere, com'è stato fatto anche a Piacenza. L'unica cosa da fare, a livello federale, è dare delle regole da rispettare. A fine campionato si dà tempo un mese alle società per mettere le carte in regola e ripartire, questo deve essere il punto di partenza. Ci devono essere regole precise e chiare, per non sbagliare. Il futuro? Non mi dispiacerebbe allenare all'estero. Io ho sempre l'entusiasmo per lavorare, e sicuramente qualsiasi chiamata dovesse arrivare la prenderei in considerazione, soprattutto dal punto di vista tecnico".