ESCLUSIVA TG - Rizzitelli: “Al Torino manca equilibrio difensivo ed è su questo che deve mettere mano Giampaolo”

05.12.2020 06:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Ruggiero Rizzitelli
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Ruggiero Rizzitelli
© foto di Alberto Fornasari

Ruggiero Rizzitelli è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Rizzitelli, che attualmente è un commentatore televisivo, ha militato nel Torino dal 1994 al ‘96 e segnato 5 gol nei derby. Con lui abbiamo parlato della stracittadina di oggi e delle difficoltà che ha la squadra granata.

Lei è l’ultimo giocatore che ha fatto vincere il Torino in casa della Juventus ed era il 9 aprile 1995 quindi sarebbe il caso di aggiornare l’albo delle stracittadine, ma i granata stanno attraversando un periodo difficile. Arrivano forse a questo derby nel modo peggiore?

“Purtroppo sì, non vedo l’ora che qualche altro raccolga il testimonial visto che sono passati più di venticinque anni perché ormai sono vecchio per cui spero che questa sia la volta buona (sorride, ndr). E’ vero che il Toro arriva al derby in un brutto momento però anche la Juve non è al top e viene da chiedersi come faccia questo Torino a battere i bianconeri, ma per i granata proprio il non avere nulla da perdere dà loro lo slancio. Per uscire da questa crisi ci vuole proprio la vittoria nel derby, che sarebbe una vittoria importante per i giocatori, per la classifica e per i tifosi. E secondo me questa è l’occasione giusta per scollarsi di dosso tutta la negatività che è stata accumulata fino a questo momento”.

A suo giudizio, i problemi del Torino da che cosa derivano?

“Dai troppi gol subiti. Se si guardano le statistiche sono impressionanti. Una squadra che becca 2,4 gol a partita, non è una squadra di calcio e lo dico con assoluta franchezza. Purtroppo ormai gli allenatori pensano che fare un gol più dell’avversario sia importante e invece conta l’equilibrio che è fondamentale. Secondo me è la base in questo momento visto che non c’è fiducia e c’è paura nei ragazzi. Serve equilibrio difensivo in modo prima di tutto da non subire gol e poi, grazie a Dio, abbiamo Belotti che prima o poi un gol lo fa. Adesso è questo che va capito sia da parte dei giocatori sia da parte dell’allenatore”.

Questo basterebbe per sfangarla con la Juventus?

“Mah, se la si vuole sfangare serve proprio questo. In primo luogo bisogna essere concentrati per novanta minuti e anche di più e poi cercare di non prendere gol, la realtà è quella purtroppo. Non si può pensare di battere la Juventus facendo un gol in più perché la Juve te ne fa molti di più e se hai subito gol con le altre difficile che non capito anche lo la Juventus se si gioca nello stesso modo. Ricordiamoci cos’è successo con la Lazio in cinque minuti e in venti con l’Inter e allora si comprende come il Torino non abbia equilibrio in fase difensiva, anche quando è in vantaggio. Può starci quando si va in svantaggio che subentri la paura e la depressione, ma il Torino per sei volte si è fatto rimontare da situazioni di vantaggio e oltretutto ha subito anche tanti gol in pochi minuti per cui l’equilibrio non c’è  e si pensa solo a fare la fase offensiva, ma il calcio è fatto anche di fase difensiva. Tocca all’allenatore mettere mano e dire che da oggi in avanti prima si fa la fase difensiva e poi se si riesce anche a fare qualche gol tanto meglio per tutti perché adesso si devono trovare punti e morale e solo così si può ottenerli. Si possono fare anche grandissime prestazioni, ma se non si vince la classifica diventa pesante. Non è più il tempo di dire ho fatto una bella partita, ma ho perso. Certo, ma che bravo, complimenti, però sei in zona retrocessione. Solo fare punti e muovere la classifica può dare morale. Ho visto le partite del Torino e ultimamente si vede che i giocatori hanno paura e si nascondono  e quando si inizia a giocare di fatto con quattro-cinque giocatori in meno non è facile e si può essere bravi finché si vuole, ma è dura vincere con gli altri che giocano con tutti e undici”.

I gol subiti sono dovuti solo agli errori individuali e collettivi dei difensori oppure nascono da un centrocampo che non è sufficientemente efficace nel proteggere la difesa?

“Il concetto è sempre lo stesso: si vince di squadra e si perde tutti insieme. Come dicevo, se tutti pensano solo a fare la fase offensiva la difesa per forza va in difficoltà. Se si aiuta solo l’attacco chi pensa a dare una mano alla difesa? Belli e bravi gli attaccanti, ma delle, passatemi il termine, pippe i difensori. Ma non è  questo il concetto. Se fossi un difensore sarei arrabbiato perché va bene tutto, ma se anche si fanno due-tre gol e poi se ne subiscono quattro si perde. Sirigu ormai è in una difficoltà incredibile, ma non perché é scarso. Quando sei uno contro uno e sei bersagliato dai tiri degli avversari qualsiasi portiere finisce per andare in difficoltà e commette l’errore, che ci sta, però, Sirigu non è un ragazzino  che accusa l’errore o va in depressione per una cavolata quindi il problema è tattico, di concetto di squadra. Credo che Giampaolo debba cambiare il suo modo di vedere il calcio e in questo momento, purtroppo, la fase offensiva deve essere ridotta al minimo e salvaguardati invece la fase difensiva e l’equilibrio”.

E magari il Torino deve sperare che Cristiano Ronaldo, Dybala o qualche altro non sia in serata di grazia e che pensino già al Barcellona?

“Francamente vedere giocare la Juve adesso non è un piacere. Parliamoci chiaro, può essere un piacere vedere giocare i singoli che ogni tanto s’inventano qualche cosina e la Juventus ne ha tanti che possono farlo, ma la squadra nel complesso non ha ancora ingranato. Per questo dico che il Torino deve reagire contro la Juve perché una vittoria non varrebbe tre punti, ma molto, molto di più nella testa dei ragazzi, ma anche nella classifica se si lasciasse il terzultimo posto. Secondo me, in questo momento lo stimolo è maggiore perché la Juve non è al massimo e il Toro è in grave crisi per cui batterli è lo slancio che serve e così si fanno contenti i tifosi e si muove la classifica. Già quando si vince un derby vale sei punti, in questo caso per il Toro ne varrebbe nove. Rimanere nell’attuale zona di classifica con i giocatori che non sono abituati a frequentarla è un problema in più. Se si leggono i nomi dei giocatori del Toro non sono da bassa classifica, ma da medio-alta quindi trovandosi in questa situazione non hanno la forza per giocare da provinciale, da chi si deve salvare e più rimangono la sotto peggio è perché poi non ne vengono più fuori per cui devono uscirne immediatamente”.

Dopo il derby il Torino dovrà affrontare Udinese, Roma, Bologna e Napoli prima della sosta natalizia. Si direbbero altre partite non facili?

“Eh, le trasferte con Roma e Napoli sono delicate devo dire, però, se si riesce a fare un risultato positivo, anche un pareggio, con la Juve hai quello spirito e quell’adrenalina che in questo momento manca e almeno nelle gare in casa con Udinese e Bologna, che sono alla portata, hai la forza per fare altri punti. Se invece perdi con la Juve poi anche le gare in casa diventano delicate. Un risultato positivo dà lo slancio e poi basta vincere le altre due partite in casa per riprendere un po’ di fiato e ossigeno”.

A gennaio il Torino dovrà intervenire sul mercato?

“La questione non è solo intervenire sul mercato perché chi prendi? Non c’è un giocatore che arriva al Toro e fa la differenza perché in una squadra che non funziona chiunque arrivi non cambia le cose, a meno che il Torino non possa permettersi Messi o Cristiano Ronaldo che a prescindere qualche cosa farebbero. E poi non é facile trovare giocatori per una squadra che sta lottando per non retrocedere. Non potendo il Torino permettersi certi giocatori deve prendere un buon giocatore, ma la squadra deve funzionare altrimenti per quanto buono andrebbe in difficoltà. Il concetto deve essere: tiriamo su la testa e poi mettiamo il tassello che ci possa dare una mano, ma non prendiamo Tizio perché ci deve risollevare, questo non esiste. Non c’è un giocatore di questo tipo”.