ESCLUSIVA TG – Pusceddu: “Torino-Cagliari? Gara combattuta, giocata a viso aperto. Spero che Belotti resti al Toro”
Vittorio Pusceddu è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Pusceddu, attualmente è il selezionatore della Nazionale Sarda, da calciatore è cresciuto nelle giovanili del Cagliari e poi ha giocato in prima squadra nella stagione 1994-95 e dal 1992 al 1996, ha anche militato nel Torino nella stagione 1985-‘86 e in quella 1997-‘98. Con lui abbiamo parlato della sfida di oggi all’ora di pranzo fra le sue ex squadre.
Al di là della rispettiva classifica, che squadre sono oggi Torino e Cagliari?
“Il Cagliari è sicuramente migliorato rispetto al girone d’andata, mentre il Torino fin dall’inizio ha disputato un ottimo campionato perché a me piace molto il modo di Juric di far giocare la squadra. Ha tirato fuori gli attributi di questo Torino che negli ultimi anni erano un po’ scomparsi. Il Toro è il Toro per cui deve giocare sempre con grinta e con il coltello fra i denti, altrimenti rischia di fare delle figuracce con chiunque, invece con un allenatore come Juric ha ritrovato quello spirito combattivo che aveva tempi addietro e che si era dimenticato. Credo che sarà una bellissima partita poiché il Cagliari per questioni di classifica vorrà portare via un risultato positivo da Torino e i granata vorranno continuare a disputare un campionato buono, ma che potrebbe essere anche migliore se non avessero perso punti per strada negli ultimi minuti in più di una gara. Sarà una partita combattuta, giocata a viso aperto e poi sarà il campo a emettere il verdetto. Secondo me, la differenza la faranno o delle occasioni non particolarmente nitide oppure dei calci piazzati. Sulle palle inattive il Torino è molto bravo e ha dei saltatori in mezzo all’area come Belotti o anche Bremer, due giocatori veramente fenomenali”.
Belotti e Bremer per il Torino e João Pedro per il Cagliari che peso specifico potrebbero avere questi giocatori nel match odierno?
“João Pedro è il valore aggiunto di questo Cagliari da qualche anno, segna con una continuità importante, ma Belotti non è secondo a nessuno ed è da molti campionati che va in doppia cifra e credo che a livello nazionale sia uno degli attaccanti più importanti e, soprattutto, è un attaccante da Toro e si fa fatica a regalarlo a qualsiasi squadra. Mi auguro che rimanga al Torino perché, come ho detto, è un giocatore da Toro, è il capitano e nelle ultime due partite, dopo l’infortunio, un gol glielo hanno annullato e un altro è stato valido nel derby e ha portato un punto. Un rientro così importante forse il Torino non se lo aspettava e il capitano si è dimostrato ancora una volta il giocatore fondamentale del Torino”.
Non sarà della partita Mandragora, squalificato, e neppure Praet che è infortunato e che Juric quando lo ha avuto a disposizione lo ha sempre utilizzato. Come potrà cambiare il gioco dei granata?
“Conoscendo Juric, chiunque andrà in campo sostituirà Mandragora e Praet, anche se stavano facendo molto bene, senza farli rimpiangere. Questo perché l’allenatore riesce a trasmettere ai giocatori il suo spirito, il suo modo di essere e di vivere la partita. Una gara che non avrà dei protagonisti principali, a parte Belotti, Bremer e Brekalo, altro giocatore fantastico, e alla fine la differenza la farà l’organizzazione della squadra e la voglia di vincere. In tempi non sospetti avevo detto in un’intervista a dei suoi colleghi di Firenze che il Torino era una squadra ottima e da tenere in considerazione perché stava facendo molto bene e continua a dimostrarlo. Lo sto dicendo da tre-quatro mesi, i valori il Torino li ha fatti vedere prima e li sta facendo vedere tuttora”.
Mazzarri come può cercare di mettere in difficoltà il Torino?
“Ho visto le ultime partite del Cagliari e quello che è cambiato con l’arrivo di Mazzarri è la mentalità, la grinta, l’attaccamento ai colori sociali e la voglia di arrivare in anticipo sulla palla. Questo ha fatto fare alla squadra un salto di qualità importante, a gennaio sono stati dati via giocatori che avevano contratti economicamente pesanti, Cáceres e Godín, e sono stati presi dei giovani, come Lovato, interessantissimi. Altare sta facendo bene in fase difensiva, così come Goldaniga. Ora il Cagliari ha una difesa che ha ritrovato lo smalto dei tempi migliori, anche se il gol alla fine lo subisce sempre, però è una squadra che per lo meno ha un cuore, un’anima e ci mette tutta la grinta possibile e immaginabile per finire la partita con la maglietta sudata e cercando di portare via punti importanti da qualsiasi campo in cui va a giocare. Non per niente qualche settimana fa ha vinto a Bergamo che non voglio dire, ma se anche l’Atalanta forse in questo momento in casa non è irresistibile, però è sempre una squadra difficilissima da battere. Nell’ultima partita con il Napoli o in precedenza con la Fiorentina il Cagliari ha portato via dei pareggi importanti contro corazzate e sarebbero tranquillamente potute essere anche due vittorie, se non ci fossero state disattenzioni nei finali, tipo quella su Osimhen che all’87esimo ha postato il Napoli in parità. Secondo me, rispetto a quello che il Cagliari aveva dimostrato, soprattutto nel girone d’andata, oggi la squadra ha ritrovato quel carattere e quello spirito, un po’ come il Torino, di combattività del gruppo e di organizzazione che prima non aveva”.
A proposito di gol subiti nei finali, il Torino, purtroppo, ha un triste primato.
“Infatti, lo avevo accennato prima: se il Torino non avesse perso punti nei finali delle partite probabilmente sarebbe in una posizione di classifica migliore e anche più giusta per ciò che ha dimostrato in campo”.
Anche il portiere Vanja Milinkovic-Savic nelle ultime partite non è stato impeccabile e questo è costato punti al Torino. Che cosa pensa di lui?
“Se devo dire la verità, in questo momento un punto debole del Torino probabilmente è il portiere che non è al 100% e qualche imprecisione in fase di parata e di rinvio l’ha commessa. E questo è costato punti. Comunque credo che Vanja Milinkovic-Savic sia un ottimo portiere forse dopo il Covid non ha ancora trovato la forma giusta, però è uno che sicuramente si farà sentire dopo le cantonate e anche in futuro farà parte di questo Torino perché lo merita ed è un portiere affidabile”.
Cambiando discorso e parlando di lei, la Nazionale Sarda forse al grande pubblico non è ancora così nota, che cos’è e quali obiettivi ha?
“La Nazionale Sarda non è ancora riconosciuta a tutti gli effetti dalla UEFA, ma che stanno cercando di farsi riconoscere. Probabilmente a giugno dovremmo avere gli Europei per queste nazionali non riconosciute, tipo oltre la nostra quella delle Due Sicilie o della Catalogna. Questo torneo sarebbe dovuto essere disputato lo scorso anno sempre a giugno a Nizza, ma a causa del Covid è stato prima posticipato a luglio e poi cancellato. Speriamo che quest’anno sia la volta buona. Abbiamo dei giocatori interessanti da poter inserire che giocano in Serie A e B e tantissimi in Serie C. Il nostro obiettivo è quello di far conoscere i ragazzi che sono ancora in età giovane e che non hanno ancora avuto la possibilità di dimostrare tutto il loro valore e magari riuscire a far loro fare il salto di categoria che avrebbero meritato”.