ESCLUSIVA TG – Onofri: “Il Torino è più forte ed è favorito, ma il Genoa per salvarsi deve segnare e vincere a tutti i costi”

18.03.2022 10:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Claudio Onofri
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Claudio Onofri
© foto di Federico De Luca

Claudio Onofri è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Onofri, calcisticamente è cresciuto nel Vanchiglia e poi nelle giovanili del Torino e in seguito vi giocò nella stagione 1978-’79 in prima squadra, ma in precedenza indossò la maglia del Genoa dal ‘76 al ’78 e al termine della carriera agonistica tornò per fare l’allenatore, il responsabile del settore giovanile e il capo scouting. Con lui abbiamo parlato della sfida di questa sera fra le sue ex squadre.

Il Genoa arriva da sette pareggi che hanno dato un po’ di speranza, ma in chiave salvezza non hanno sostanzialmente mutato la classifica, il Torino invece non vice dal 15 gennaio e nell’ultima gara il pareggio con l’Inter ha lasciato tante polemiche per il rigore negato. Che cosa si aspetta da queste due squadre?

“Mi aspetto quello che hanno dimostrato finora. Ivan Juric è un amico e lo conosco molto bene, Blessin da poco è l’allenatore del Genoa (è arrivato il 19 gennaio, ndr) per cui mi aspetto una gara espressa con le caratteristiche che i due allenatori vogliono, nel senso che andranno a pressare molo in avanti e cercheranno di rubare più palle possibili. Detto questo, è ovvio che il favorito è il Torino perché ha giocatori rispetto al Genoa in questo momento più adatti a sfruttare le tante palle rubate nelle zone alte di campo. Però Blessin ha fatto un lavoro straordinario fino adesso perché i risultati non sono da addebitare all’allenatore, ma purtroppo alla poca incidenza che hanno molti giocatori nella fase realizzativa. Come prestazioni, a parte forse quella con la Salernitana in casa che è stata un po’ meno arrembante, direi che le altre sono state tutte quante positive tant’è vero che, come dico spesso e come dicono anche altri, se Blessin fosse arrivato dieci partite prima credo che la classifica del Genoa sarebbe molto, ma molto diversa. Questa sera un pareggio non basta più, quindi il Genoa deve cercare di vincere a tutti i costi, ma il Toro dopo il pareggio rubacchiato dall’Inter deve rimettersi in corsa per andare più avanti possibile, quindi mi aspetto una partita potenzialmente bella, ma anche brutta nel senso che se si va a pressare in continuazione gli avversari e rubi palla di gioco se ne vede poco, però si vede un modo di stare in campo molto molto arrembante e aggressivo è questo è un calcio che a me piace molto”.

Il Genoa ha dei problemi in fase realizzativa, ma anche il Torino ne ha, soprattutto in trasferta infatti i punti conquistati lontano da casa sono stati solo dieci frutto di sette reti, anche se crea tante occasioni che poi non vengono sfruttate.

“Sì, però stiamo parlando di un problema quello del gol che è sicuramente evidente per il Torino, ma per il Genoa va al di là del problema stesso perché è una squadra che segna pochissimo (con solo 22 gol è con la Salernitana la peggiore della Serie A, ndr) e rispetto a tutte le palle che va a rubare e alla percentuale del possesso palla dopo che si è impossessata del pallone in pratica non fa gol. Il capocannoniere è Destro con nove gol, ma adesso è un bel po’ che non segna (l’ultima rete è stata alla Salernitana il 13 febbraio scorso, ndr) e di centrocampisti che segnano ce ne sono pochi, anzi quasi nessuno e le altre punte, Ekuban, Yeboah e Piccoli, o hanno giocato poco perché sono arrivati a gennaio oppure non hanno quella statura per poter essere il Piatek della situazione, che è stato preso dalla Fiorentina, ma sembrava che dovesse arrivare al Genoa. Nel fare pochi gol Genoa e Torino sono simili, ma allo stesso tempo tra loro c’è una bella differenza visto che il Toro ha Brekalo, Pobega e Belotti. Al Genoa c’è gente che s’impegna dando il 100% di sé stessa, però manca la fase realizzativa che finora è stata troppo scarna”.

Quali sono le caratteristiche positive che è riuscito a dare Blessin al Genoa?

“E’ palese quello che è chiamato il keglen pressing, che è un modo di andare a pressare che solo apparentemente sembra istintivo e dovuto a forza fisica e mentalità, ma è anche organizzato. Faccio un esempio, domenica ero a Bergamo a vedere la partita e l’Atalanta non l’ho mai vista così in difficoltà nel cercare di fare gioco da dietro, nel passare palla a terra e spesso e volentieri è stata costretta a buttare via il pallone perché non c’erano uomini liberi ai quali passarlo poiché erano tutti marcati. Questa è la caratteristica del gioco di Blessin. A Bergamo, ma già da qualche partita prima si sta vedendo un modo di fare azioni offensive con palla a terra molto più di qualità, però la qualità non sfocia mai nel tiro in porta ben eseguito. Frendrup domenica è stato schierato terzino, anche se non è propriamente il suo ruolo, ed ha avuto una palla-gol incredibile però ha tirato in bocca al portiere, anche se è stato il migliore in campo. Grande aggressività, ferocia nel rubare palla, organizzazione, tutto bene e c’è l’entusiasmo dei tifosi che se anche si sta per retrocedere sembra che si sta vincendo la Champions League, però poi quando il Genoa ha la palla tra i piedi al limite o dentro l’area stessa purtroppo non c’è nessuna che la butta dentro”.

Il Torino patisce chi gioca in questo modo e capita sesso che subisce gol nell’ultimo quarto d’ora a causa di errori in fase difensiva.

“E’ vero, ma sono dettagli, fino a un certo punto sia chiaro, che però hanno un valore minore rispetto al tema di gioco che si vuole sviluppare e che Juric piano piano sta insegnando e sta ricevendo anche delle conferme dai suoi giocatori sotto questo aspetto. Conosco molto bene Juric, è un ragazzo molto intelligente ed è una persona che sa di dover migliorare come allenatore, ma ha veramente delle grandi capacità. Quello che mi interessa maggiormente di un allenatore è che dia alla squadra un’identità di gioco e lui lo sta facendo con il Torino. Poi chiaramente all’interno di questo ci vogliono dei dettagli, come stavamo dicendo, che migliorino l’asset in generale e soprattutto i risultati. Le statistiche sono fatte per essere sentite e magari da qui a fine campionato il Torino non prende più gol nell’ultimo quarto d’ora. Ovviamente se avviene in diverse occasioni bisogna studiare il perché, ma questo è un livello che non posso decifrare, giudicare e analizzare io da fuori. Solo Juric e i giocatori sanno perché accade”.

E’ possibile fare un pronostico?

“E’ difficilissimo fare un pronostico perché per il Genoa un pareggio terrebbe leggermente ancora a galla, ma sarebbe comunque un risultato deludente. Se si vuole fare un comparazione del livello tecnico delle due squadre, premettendo appunto che il tipo di gioco è simile, è chiaro che il Toro è più forte e quindi in schedina sarebbe da due. Ma da uno per il Genoa poiché deve vincere a tutti i costi. E magari viene fuori un ics che però potrebbe stare bene un po’ di più al Toro, ma onestamente non al Genoa perché dopo dovrà affrontare il Cagliari e partite piuttosto dure quindi prima o poi deve cercare di fare questi tre punti per avvicinarsi alla zona salvezza che per adesso è ancora abbastanza lontana”.