A tu per tu con Alessandro Rosina.....
Con la firma sul pre-contratto, Alessandro Rosina sbarca in Russia e lascia il Torino dopo un'amara retrocessione. Le critiche dei tifosi, però, non hanno spento l'amore del giocatore per questa maglia.
Parliamo del tuo passaggio allo Zenit
"Sono contento, domani parto per le visite mediche. Ho firmato un accordo preliminare, dove ho accettato le loro proposte, e poi si passerà alla fase delle visite mediche, se andranno bene firmerò il contratto e diventerà tutto ufficiale".
Le visite le sosterrai domani?
"Domani parto, ma non sono in programma le visite mediche".
Ti spiace lasciare il Toro in B?
"Certo che mi spaice, è la società a cui sono più affezionato, la società che mi ha dato tanto e dove ho pssato dei bei momenti e dei momenti meno belli, ma per fortuna siamo sempre venuti fuori. Il rammrico è di non essere riuscito a fare rimanere il Torino in A. Qui lascio la mia famiglia, Torino per me è una famiglia, dove ho vissuto quattro anni bellissimi".
Il presidente è rammaricato visto il vostro rapporto?
"Il presidente è dispiacuto molto, ma come ho sempre detto nelle settimane passate la società doveva fare le sue valutazioni per questione di bilanci. Sapevo che per lui la mia cessione non era questione di cuore, alla fine mi ha lasciato andare visto che per me era un opportunità importante. Ci siamo lasciati bene con un arrivederci e non un addio. Ci siamo salutati oggi con l'augurio che lui mi possa venire a trovare a San Pietroburgo".
Sei stato accostato anche a squadre italiane negli ultimi tempi, perché hai scelto San Pietroburgo.
"L'offerta più concreta che ho avuto è stata lo Zenith, le altre solo voci. Diverse squadre hanno cercato di imbastire una trattativa a livello di dialogo".
L'esperienza all'estero ti spaventa o affascina?
"Mi entusiamsa tantissimo, io amo le sfide difficili, so che non sarà facile. Non posso partire con il presupposto che le cose saranno facili, anzi, saranno tutt'altro, ma ho tanta voglia di fare bene anche a livello europeo e questo mi dà uno stimolo in più".
Lo Zenit tra l'altro sarà impegnato in Europa.
"Certo e ho deciso di puntare forte su di loro, secondo me nei prossimi anni crescerà tantissmo. Hanno tutte le potenziali giuste. Possono arrivare ben presto tra le prime di Europa, hanno un progetto ambizioso e per questo ho deciso di accetare subito le loro proposte".
Ti spaventa la cultura totalmente diversa da noi?
"Questo no, spero di adattarmi presto, chiaro che non posso pretendere di vivere a San Pietroburgo come vivevo a Torino. Non è un problema per me, anzi, mi affascina e sono sicurto che mi adatterò presto e nel modo giusto".
Cosa pensi delle polemiche sorte quest'anno nei tuoi confronti?
"A Torino lascio tante persone che mi hanno voluto bene, il Toro mancherà a me come io mancherò al Toro. Con i tifosi ho un rapporto bellissimo, ma purtroppo non si può piacere a tutti. Alcuni tifosi si sono fatti false idee sul sottoscritto e hanno deciso di puntare il dito come unico responsabile dell'annata. Se mi lasciavano in pace avremmo ottenuto magari qualche risultato in più e magari avremmo ottenuto la permanenza in A".
Un solo giocatore può fare le fortune della squadra?
"In questo ultimo anno ho subito troppo le pressioni insistenti nei miei confronti, era diventato un confronto tra me e la tifoseria. Ma questo, ripeto, non è tutta la tifoseria. Nel Torino ci sono persone legate a me come io a loro. A Torino ho anche casa e sicuramente ci tornerò".
Come saluti i tifosi?
"Mi auguro che si possano prendere tante soddisfazioni, io farò il tifo perché il Toro possa tornare subito in A. Nel prossimo futuro le nostre strade si potranno anche incrociare, nel calcio non si sa mai cosa possa succedere".
Negli scorsi anni ti hanno cercato squadre importanti, credi di averci rimesso in chiave Nazionale?
"Non credo, ci poteva essere una pista per cambiare, ma non era nella mia volontà la scorsa stagione nonostante fossero arrivate offerte importanti. L'amore per questa maglia e per questa squadra mi ha spinto a rimanere. Non ho mai preso in considerazione l'ipotesi di andare via, mi sentivo importante per il Toro e parte importante per il progetto. Quest'anno dopo un anno così mi sentivo meno importante. Avevo bisogno di trovare nuovi stimoli, altrimenti in questa situazione sarebbe stato difficile fare un campionato ad alti livelli".
Cosa non ha funzionato quest'anno? La squadra era competitiva
"Non hanno funzionato tante cose, come diversi cambi di allenatore, ma anche i giocatori hanno le loro responsabilità. Le cause sono da dividere tra tutti: giocatori, allenatori e staff. Non è che c'è responsabilità maggiore di uno rispetto ad un altro. Questo mi ha spinto a riflettere sulla mia partenza, non hanno fatto una divisione equa, troppo responsabilità al sottoscritto rispetto ad altri".
E' stata questa la molla che ti ha fatto partire?
"Non è stata la molla che mi ha fatto andare via, non posso io decidere la mia vita sulla base del comportamento di 200 persone, che fischiano. Posso dire che mi hanno fatto riflettere, certamente 200 fischi fanno più rumore rispetto a 20000 che applaudono, fa sempre più notizia e ha fatto sì che si creasse ambiente ostile però posso dire che mi hanno fatto riflettere. Cambiare idea no, ma ripeto avevo già espresso al Presidente l'idea a fine campionato di andare via. Ero già stato ricercato da altre squadre, ma avevo deciso con tutto il rispetto di rimanere a Torino. Davanti ad un progetto ambizioso ed un'offerta importante, però, ho deciso di andare via".