Udinese, Pizzul: "De Paul come Montolivo, non si sa dove collocarlo. Velazquez? Un'idea di calcio diversa, peccato sia fallita"
Intervistato da Friuli TV, Bruno Pizzul ha parlato del momento di casa Udinese: "Io vedo il bicchiere mezzo pieno. Ricordiamoci che alla vigilia la Fiorentina era temutissima, e si è giocato per controllarla. La gara è scivolata via tra una noia notevole, ma senza correre rischi. La faccenda si è complicata con il risultato del Bologna. Ma è chiaro che c'è la consapevolezza di esser una squadra che non ha ancora potenzialità ben definite. Forse potrebbe provare qualcosa di diverso tatticamente. Comunque in mezzo ci manca la qualità. La Fiorentina ha pareggiato in un momento in cui non pensava di riuscirci: l'Udinese ha preso paura quando loro hanno pareggiato. Comunque un punto con la Fiorentina è buono.
De Paul è il paradosso Udinese: è il più bravo, il più richiesto, e qui non sappiamo dove metterlo. Se lo metti a fare cosa faceva contro i viola perdi un uomo, devi accettare di rischiare qualcosa ed accettare una superiorità numerica teorica, perché in realtà non lo è. Mandragora? A detta di qualche giornale meritava il rosso. In mezzo chi lega il gioco? Behrami fa ciò che deve fare, ma deve recuperare palloni, non impostare. Behrami non ha giocato neanche male con il Cagliari, quando ha fatto l'esterno, ma aveva il compito specifico di andare su Barella. De Paul non ha nemmeno fatto dei bei dribbling puliti; brutta partita, giusto metterlo tra i bocciati. Ha sempre fatto bene partendo da sinistra, come seconda punta non rende. Fa come Montolivo, che ha finito la carriera senza sapere dove giocare, un po' di qua e un po' di là. E inoltre non passa mai il pallone.
Il progetto riguarda il prodotto: evidentemente loro erano convinti di avere un progetto perché hanno preso tanti giocatori quest'anno, ma non sono evidentemente più in grado di valorizzare questi giocatori. Una volta l'Udinese era una delle prime a mettere nel mirino un giocatore, adesso c'è una concorrenza spietata. Il problema poi è che non si spende, guardiamo Gervinho: prende meno di un milione di euro di ingaggio. Poi lo disse anche Pradé che Velazquez era un progetto. Era un'idea di calcio diversa, ma è fallita. Poi noi parliamo di attaccanti: quando c'era Totò ci pensava lui, ma anche allora, se non c'era lui, era dura fare risultato, almeno negli ultimi tempi. Poi una volta erano diverse le condizioni economiche, perché sono arrivati giocatori importanti e pronti, come Stefano Fiore. Adesso è molto più difficile prendere un giocatore già pronto".