Salernitana, Mantova ed Empoli hanno un tesoro in casa La voglia di rivincita dei tre fantasisti è la spinta per la A
Vite da numeri dieci. Che se non inventi l’assist vincente cominciano a chiedersi perché fai correre il pallone al posto tuo. Vite come quelle di Francesco Cozza, Tomas Locatelli e Francesco Lodi, tre che per motivi diversi hanno qualcosa da farsi perdonare. E un obiettivo comune: la serie A.
Solo andata A Salerno, per provarci ancora, dopo aver lasciato la squadra dove era capitano e simbolo. A 35 anni per Francesco Cozza la retrocessione e l’addio burrascoso alla Reggina appartengono al passato. Alla nuova stagione chiede solo una cosa: «Spero di evitare gli infortuni che mi hanno condizionato lo scorso anno». E invece un pestone al piede sinistro lo costringe già ai box, «ma tra 15 giorni sarò in campo, e vedrete il vero Cozza». Anche perché Ciccio a Salerno sarà anche l’ultimo arrivato, ma è a lui che il tecnico Brini chiede di fare la differenza: «Una responsabilità che non mi pesa, qui c’è un buon mix di giovani e uomini di esperienza che può fare bene». Tanto da arrivare alla promozione: «Torino e Brescia sono le favorite, ma dietro le altre squadre sono tutte lì. Se partiremo bene, potremo stare davanti e raggiungere i playoff».
Obiettivo 300 Ne manca una, una soltanto. «Ho 299 presenze in serie A, mica posso fermarmi lì». Tomas Locatelli è carico: «È già importante aver fatto tutta la preparazione, la scorsa estate mi ero allenato 4 giorni». Un anno fa aveva scelto Mantova per ripartire, ma l’impatto con la categoria è stato duro: «A e B sono due mondi diversi, qui si gioca più a calci che a calcio— ride — e poi i cambi di allenatore ci hanno danneggiato». Ora è arrivato il 4-4-2 di Michele Serena, non proprio il sogno di un fantasista: «Con il tecnico il rapporto è ottimo. Il suo modulo non è l’ideale per me, ma questo sarà uno stimolo in più. Ho una voglia esagerata di tornare in serie A, con un paio di rinforzi potremo giocarcela per i playoff». Per fare 300, certo, ma anche per saldare un debito: «Non mi pento di essere venuto a Mantova. Questa società ha creduto in me, ripagherò la loro fiducia».
Promesse mancate «Tredici gol e nove assist non mi sembrano male». Francesco Lodi rivendica la bontà del suo ultimo campionato. Ma per uno come lui, eterna promessa, quella passata è stata l’ennesima stagione della mancata consacrazione. E a forza di non mantenerle, le promesse, va a finire che la gente non si fida più. E magari ti mette sul mercato: «L’Empoli è un cantiere aperto, la società ha deciso di vendere alcuni di noi, ma io sono sereno». Anche perché un trasferimento potrebbe essere la scorciatoia per quel salto di categoria sfumato l’anno scorso sotto i colpi del Brescia: «Sono pronto per la serie A. È il momento giusto, alcuni grandi campioni stranieri sono partiti e ci sarà più spazio per i talenti italiani». Perciò un occhio al telefonino in attesa di novità, ma in campo massima concentrazione: «Campilongo ci tratta tutti allo stesso modo, anche se sa che alcuni giocatori se ne andranno. Finché starò qui, mi comporterò da professionista ».