Salernitana, Mantova ed Empoli hanno un tesoro in casa La voglia di rivincita dei tre fantasisti è la spinta per la A

08.08.2009 15:00 di  Raffaella Bon   vedi letture
Fonte: gazzetta dello sport

Vite da numeri dieci. Che se non inventi l’assist vincente co­minciano a chiedersi perché fai correre il pallone al posto tuo. Vite come quelle di Francesco Cozza, Tomas Locatelli e Fran­cesco Lodi, tre che per motivi diversi hanno qualcosa da farsi perdonare. E un obiettivo co­mune: la serie A.

Solo andata A Salerno, per pro­varci ancora, dopo aver lascia­to la squadra dove era capitano e simbolo. A 35 anni per France­sco Cozza la retrocessione e l’addio burrascoso alla Reggina appartengono al passato. Alla nuova stagione chiede solo una cosa: «Spero di evitare gli infor­tuni che mi hanno condiziona­to lo scorso anno». E invece un pestone al piede sinistro lo co­stringe già ai box, «ma tra 15 giorni sarò in campo, e vedrete il vero Cozza». Anche perché Ciccio a Salerno sarà anche l’ul­timo arrivato, ma è a lui che il tecnico Brini chiede di fare la differenza: «Una responsabili­tà che non mi pesa, qui c’è un buon mix di giovani e uomini di esperienza che può fare bene». Tanto da arrivare alla promo­zione: «Torino e Brescia sono le favorite, ma dietro le altre squa­dre sono tutte lì. Se partiremo bene, potremo stare davanti e raggiungere i playoff».

Obiettivo 300 Ne manca una, una soltanto. «Ho 299 presenze in serie A, mica posso fermarmi lì». Tomas Locatelli è carico: «È già importante aver fatto tutta la preparazione, la scorsa esta­te mi ero allenato 4 giorni». Un anno fa aveva scelto Mantova per ripartire, ma l’impatto con la categoria è stato duro: «A e B sono due mondi diversi, qui si gioca più a calci che a calcio— ride — e poi i cambi di allenato­re ci hanno danneggiato». Ora è arrivato il 4-4-2 di Michele Se­rena, non proprio il sogno di un fantasista: «Con il tecnico il rap­porto è ottimo. Il suo modulo non è l’ideale per me, ma que­sto sarà uno stimolo in più. Ho una voglia esagerata di tornare in serie A, con un paio di rinfor­zi potremo giocarcela per i playoff». Per fare 300, certo, ma anche per saldare un debi­to: «Non mi pento di essere ve­nuto a Mantova. Questa società ha creduto in me, ripagherò la loro fiducia».

Promesse mancate «Tredici gol e nove assist non mi sembrano male». Francesco Lodi rivendi­ca la bontà del suo ultimo cam­pionato. Ma per uno come lui, eterna promessa, quella passa­ta è stata l’ennesima stagione della mancata consacrazione. E a forza di non mantenerle, le promesse, va a finire che la gen­te non si fida più. E magari ti mette sul mercato: «L’Empoli è un cantiere aperto, la società ha deciso di vendere alcuni di noi, ma io sono sereno». Anche perché un trasferimento potreb­be essere la scorciatoia per quel salto di categoria sfumato l’an­no scorso sotto i colpi del Bre­scia: «Sono pronto per la serie A. È il momento giusto, alcuni grandi campioni stranieri sono partiti e ci sarà più spazio per i talenti italiani». Perciò un oc­chio al telefonino in attesa di novità, ma in campo massima concentrazione: «Campilongo ci tratta tutti allo stesso modo, anche se sa che alcuni giocatori se ne andranno. Finché starò qui, mi comporterò da profes­sionista ».