MOURINHO: "Lo dico anche ai miei figli..."
APPIANO GENTILE - Domani è il giorno di Torino-Inter, gara valida per la 3^ giornata della Serie A Tim 2008-2009 in programma domenica (ore 15.00) allo stadio "Olimpico" di Torino.
José Mourinho ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa al centro sportivo "Angelo Moratti" dopo la seduta mattutina dei nerazzurri.
Inter.it vi offre la versione integrale di quanto dichiarato dal tecnico nerazzurro.
Mourinho: l'Inter ha vinto le ultime due partite disputate, qual è la qualità dimostrata in queste partite che vorrebbe la sua squadra non perdesse domani?
"L'importante è che la squadra non dimentichi la grande voglia di vincere che ha avuto dal primo minuto. L'obiettivo non è ovviamente segnare subito il primo minuto, questo succede solo una gara su trenta che giochiamo. Ma non dobbiamo perdere tempo: dobbiamo entrare in campo per comandare la gara e dimostrare che vogliamo vincere. Poi si può non conquistare i tre punti, questo è il calcio e si gioca sempre contro una squadra che gli stessi tuoi obiettivi e che può giocare bene come hanno fatto Catania e Panathinaikos. Il Torino ha le stesse possibilità di disputare una grande partita. Per questo desidero che la squadra non perda questo pensiero di entrare in campo senza paura e per essere attivo, senza preoccuparsi troppo degli avversari. Bisogna pensare al proprio rendimento in campo e alla propria filosofia di gioco".
Quanto è imortante il lavoro che sta portando avanti con i singoli giocatori, in particolare con Adriano che martedì ha segnato un grande gol?
"Per me la squadra è più importante, ad esempio, di Adriano o degli altri giocatori presi singolarmente. Adriano è solo un giocatore in più, uno dei quasi trenta che ho a disposizione. Ovviamente tutti noi siamo felici che lui abbia segnato questo gol bellissimo, ma siamo più contenti perchè questa rete ha significato tre punti per noi e tranquillità negli ultimi dieci minuti di una gara che poteva essere pericolosa sino all'ultimo secondo. Questo grazie al lavoro di tutti, quello che vogliamo fare ogni gara. Per noi è importante che sia tornato con noi, è un'opzione in più. Quando abbiamo presentato Quaresma ho detto una cosa che posso dire per tutti i miei giocatori: ognuno di loro è buono per andare in campo, per andare in panchina o in tribuna. Non abbiamo un calendario facile con campionato, Champions e impegni con le nazionali, avremo due gare di Serie A in quattro giorni. Per nessuna squadra sarà una situazione facile, ma noi siamo pronti".
Ha già le idee chiare in vista della gara di domani? Potremo vedere in campo Adriano dal primo minuto?
"Ho sempre le idee chiare, sempre. Ma oggi non dico chi giocherà. Prima della gara di Atene la stampa italiana diceva che sarebbe stato titolare, adesso posso capire che c'è un interesse particolare nei suoi confronti e magari si dirà che domani sarà in campo dal primo minuto. Chi sa se lo sarà o meno... Dopo si dirà così anche per la gara contro il Lecce, poi arriverà un giorno nel quale lui scenderà in campo titolare, ma sarà così quando lo vorrò io e non quando lo vuole la stampa".
Potendo scegliere, preferisce il 4-3-3 o il 4-4-2?
"Questa domanda potrete farmele in tutte le conferenze stampa pre-partita. Credo che sia meglio rispondere una volta per tutte: per me è più importante la mia filosofia di gioco che non cambia mai, rispetto ad uno o l'altro sistema tattico. Noi vogliamo costruire una filosofia e cerchiamo di giocare sempre con quella. Il mio pensiero che voglio passare alla squadra, e che desidero diventi automantico per i calciatori, è quello che in Portogallo chiamiamo modello di gioco. È molto più del sistema tattico che può essere 4-4-2 o 4-3-3 ma che può essere soggetto a cambiamenti perchè è solo una questione posizionale. L'essenziale è che abbiamo una filosofia di gioco definita, ovviamente non siamo arrivati ad averla, ma un giorno vogliamo arrivarci e sappiamo la strada che dobbiamo percorrere per farlo".
Secondo lei ci vorrà tanto tempo per trasmettere alla squadra questa filosofia di gioco?
"È una cosa che si ottiene poco a poco, giorno dopo giorno, partita dopo partita. I risultati sono importanti per portare la fiducia della quale hanno bisogno i giocatori. Ma non cambierò strada, è un mio pensiero di gioco e la mia esperienza nel calcio. Ad esempio, in Champions League credo che una squadra abbia bisogno di avere una cultura maggiormente adattabile allo stile di gioco che si trova. Giocare in Italia è una cosa, farlo in Europa un'altra. Ma qualche volta se non ci si prepara per gocare in Europa con una filosofia diversa, se sentono molte difficoltà. Preparo la mia squadra per giocare ora queste due competizioni, questo è molto importante. Non so quanto tempo ci vorrà, ma non saranno basteranno certamente due o tre mesi ad una squadra per arrivare a giocare vicino alla perfezione. Dico vicino perchè penso che la perfezione non si possa mai raggiungere".
Ci spiega il significato di quella frase che ha pronunciato in un'intervista che ha rilasciato alla Gazzetta dello Sport: 'non ho detto di essere il migliore al mondo, ma penso che nessuno sia migliore di me'?
"La frase è mia, ovviamente. Posso rispondere con una domanda: lei pensa di essere il miglior giornalista del mondo o crede che ci sia qualcuno migliore di lei? (ndr.: sorride) Se lei crede, come mi ha detto, che ce ne siano parecchi migliori, allora io non la vorrei mai a lavorare con me. Se chiedo al mio preparatore (ndr.: Rui Faria presente alla conferenza) se pensa che ci sia qualcuno migliore, e lui mi rispondesse di si, allora io vorrei il migliore e lui potrebbe tornare in Portogallo. Questa è un filosofia di vita: non penso di essere il migliore, rispetto tutti. Sono assolutamente d'accordo se qualcuno dice che Mourinho non è più bravo di lui. Ma non posso vivere in un mondo così difficile e competitivo, pensando che ci sia qualcuno migliore di me. Nel proprio lavoro non si deve avere paura dei rischi e di nessuno, è normale che un architetto finisca un lavoro e pensi che sia un capolavoro incredibile, anche se magari noi lo guardiamo e pensiamo che abbia fatto molto brutta. Questa è la vita professianale di chi fa un lavoro competitivo, è una filosofia di vita. Anche io e mia moglie con i nostri figli, diciamo sempre loro di non avere paura di nulla, bisogna saper rischiare. Se mi dicono che non sono capaci di giocare molto bene a pallacanestro, rispondo che devono farlo lo stesso senza paura di avere una nuova esperienza. Rispetto tutti, anzi mi dispiace incredibilmente quando qualcuno afferma che Mourinho è il tecnico migliore al mondo, veramente e non sono d'accordo. Però io penso che nessuno sia migliore di me nel mio lavoro".
Se le avessi risposto che credo di essere il miglior giornalista al mondo, mi avrebbe giudicato intelligente o arrogante?
"Fiducioso e con grande possibilità di venire a lavorare con me (ndr.: sorride)...".
Parla tanto di questa fiducia, c'è qualcuno in particolare che gliel'ha trasmessa?
"Non saprei, penso faccia parte di un progetto che è globale. La fiducia non arriva da parole o dalla capacità molto forte di comunicare o di trasmettere un determinato pensiero. È un progetto globale: lavoriamo insieme, lavoriamo bene in campo, i giocatori sono bravi e hanno qualità e ambizione, il gruppo è unito e molto forte, la società ha prestigio e ambizione. Dobbiamo seguire la nostra strada: sono fiducioso e lo sono sempr e di più quando ho tempo e condizioni di lavorare. Dopo la gara contro il Panathinaikos ho concesso un giorno libero alla squadra: credo che sia importante per questi ragazzi che hanno giocato in nazionale e non si sono fermati mai, che non hanno avuto neppure un giorno da passare in tranquillità con loro stessi o con la famiglia. Poi abbiamo lavorato giovedì. ieri e oggi con concentrazione in vista del Torino. Abbiamo lavorato bene, la squadra sta bene e, per questo, siamo felici".
Chi sta meglio tra Maxwell e Chivu?
"Chivu è a disposizione, ovviamente non ha ancora giocato me ntre Maxwell ha disputato tutte le gare. Chivu sta bene e non ha nessun problema, giocherà come terzino sinistro o starà in panchina. Se Maxwell domani non mi dice di essere al cento per cento, allora non giocherà. Potevo anche schierare Zanetti in quella posizione, ma preferisco un giocatore che si adatti meglio a quella posizione e che possa più facilmente passare la palla e arrivare a crossare. Voglio giocare sempre, se è possibile, con questo tipo di giocatori: saranno Maicon e Maxwell o Maicon e Chivu".
Quest'estate è andato a vedere il Torino dal vivo, che idea se n'è fatto?
"Ho visto il Torino in amichevole a Lugano due o tre giorni prima che avessero una gara di Coppa. Hanno schierato nei due tempi due squadre completamente diverse, ma i miei collaboratori mi hanno preparato tutta la documentazione possibile. Ho visto una squadra che gioca bene, ha quatrtro punti e ha fiducia. Per una squadra è importante aver un buon inizio di stagione, questo porta la tranquillità necessaria per lavorare bene. È un gruppo molto ben organizzato, con una struttura di gioco ben definita. Ma devo sempre mettere qualche punto interrogativo davanti a me, il Panathinaikos infatti ha cambiato molto per affrontarci così come hanno fatto la Sampdoria e il Catania che ha usato un difensore centrale come terzino sinistro. In questo momento tutti cambiano contro di noi, per questo è anche più importante pensare di scendere in campo come sappiamo fare con la nostra filosofia, dimenticandoci un po' l'analisi dell'avversario. Ad esempio, so perfettamente che loro stanno giocando con un centravanti di posizione e con Rosina e Amoruso tra le linee, con il triangolo a centrocampo, con Diana che attacca molto bene... Insomma, conosco la loro squadra, ma domani potrà essere una situazione completamente diversa".