Lecce, Marilungo: "A Torino possiamo vincere"

09.11.2009 10:22 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it
Lecce, Marilungo: "A Torino possiamo vincere"
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© foto di Giacomo Morini

Con dalla sua la forza e l’entusiasmo dei 20 anni, Guido Marilungo potrebbe giocare anche su più di due fronti. Per ora l’attaccante tutto pepe arrivato dalla Samp, si «accontenta» di dare il proprio contributo al Lecce e all’Under 21. Dopo le ultime belle prove in giallorosso (è a quota 4 gol) e in azzurro (ha segnato nell’ultima uscita, contro la Bosnia Erzegovina), Casiraghi lo ha convocato per le due gare di qualificazione all’Europeo in Ungheria e in Lussemburgo. «Una convocazione in nazionale fa sempre piacere - sottolinea il talento marchigiano - è il sogno di qualunque calciatore. Stavolta, purtroppo, gli impegni con l’Under 21 mi costringeranno a saltare la gara con il Padova di domenica prossima. Mi dispiace, ma sono convinto che ci penseranno i miei compagni. Anche senza di me sono convinto che faranno benissimo...».

In attesa di ciò che verrà, il pensiero di Marilungo è tutto per il big match di domani sera all’Olimpico contro il Torino. «È la squadra meglio attrezzata della B - dice - sicuramente è l’unica ad essere una spanna sopra le altre. Il Toro è stato costruito per il ritorno immediato in serie A, dispone di giocatori di categoria superiore e con molta esperienza alle spalle». Nonostante questo, l’inizio di campionato non è stato esaltante per i granata. «È verò, hanno incontrato qualche difficoltà, ma restano i favoriti per il successo finale».

Il Lecce, intanto, si presenterà domani a Torino da capolista. E Guido Marilungo non esalta la caratura degli avversari per un complesso di inferiorità. Anzitutto, proprio per il valore delle contendenti, è convinto che sarà «una bellissima partita». E puntualizza: «Loro giocano in casa e saranno obbligati a vincere, ma anche noi andremo lì a cercare di imporre il nostro gioco e strappare i tre punti. prevedo una gara intensa e spettacolare».

Con due furetti contrapposti in attacco: Marilungo e il granata Di Michele, che il leccese stima molto. «Mi piace molto il suo modo di interpretare il ruolo, un po’ mi assomiglia», dice il ventenne ascolano.

Poi cerca di indovinare gli effetti che la pressione dovuta all’alta posta in palio avrà sugli avversari. «Molto dipenderà da come si metterà la gara all’inizio. Vedremo se il Torino ci metterà più voglia e più cattiveria e a che cosa porterà. Se invece partono male, la tensione potrebbe risultare un boomerang».

Non è preoccupato dal clima caldo che si respirerà domani sera all’Olimpico. «Nessun problema - osserva - noi penseremo soltanto a giocare. Anzi, fa sempre piacere avere una bella cornice di pubblico e uno stadio che segue con calore». A proposito, sabato scorso ha sperimentato per la prima volta il tifo della curva Nord, tornata a cantare dopo il lungo periodo di silenzio. A Marilungo brillano gli occhi. «A un certo punto in campo si è sentito un boato dalla Nord - sorride - non me l’aspettavo. Io sono arrivato quest’anno e non conosco bene le ragioni dello sciopero del tifo. Ma ora spero che i tifosi continuino così, a incoraggiarci per darci ancora più forza».

Del resto Marilungo è già diventato un beniamino del pubblico, per le belle giocate ma soprattutto perché dimostra di non risparmiarsi mai. Rincorre gli avversari anche per quaranta metri e sembra un motorino inesauribile per capacità di corsa. «Ho sempre corso molto - rivela - è una mia caratteristica, anche se non sempre si riesce a farlo per novanta minuti». Di fatto, con il pressing continuo sugli avversari, diventa il primo difensore del Lecce. Non se ne stupisce: «Il calcio si fa tutti insieme e tutti devono contribuire alle diverse fasi di gioco». Ma un attaccante reduce da continui scatti non rischia di perdere lucidità sotto porta? «Forse a volte può capitare, ma quando sei in campo non si pensa a queste cose, si dà il massimo e basta». Anche se poi si rischia di arrabbiarsi. Come è successo a Marilungo quando è stato richiamato in panchina nel finale della partita contro l’Empoli. «È vero - ammette sereno - ho avuto un gesto di stizza, ma solo perché avevo avuto la possibilità di chiudere la gara e l’avevo mancata».

Sincerità di un ventenne entusiasta che domani farà di tutto per «matare» il Toro.