Hottor, dalla Triestina al Milan
Fino a pochi giorni fa era un giovane come tanti, un perfetto sconosciuto, ma ora Edmund Hottor è salito alla ribalta. Dopo aver fatto il proprio esordio con la Triestina, tutte le grandi lo hanno conosciuto ed il Milan sta per acquistarlo in comproprietà.
Hai esordito con la Triestina e subito è arrivato il Milan. Cosa provi?
"Non posso che essere contento, una notizia più che positiva. E' il sogno di ogni giocatore giocare in una squadra così importante. Per adesso, però, sono concentrato sulla Triestina. Parlerò con il mio procuratore e valuteremo il tutto".
A chi il ringraziamento per questa occasione della vita?
"Ringrazio intanto il ds De Falco, che mi ha portato alla Triestina, ed il mio procuratore (Giusti ndr) che mi ha sempre seguito. Ma soprattutto ringrazio il mister che mi ha fatto esordire e mi ha dato la fiducia facendomi giocare. Inoltre i miei compagni che mi hanno sempre sostenuto".
Ci racconti il tuo esordio?
"Ero in panchina con Gorgone. Si è fatto male Princivalli, dopo cinque minuti, e Somma mi ha fatto entrare. Nei primi dieci minuti è stata una grande emozione".
Quando Somma ti ha detto di entrare cosa hai provato?
"Ho ringraziato intanto Dio, che mi ha dato questa opportunità, e poi ho pensato subito a tutti i miei affetti".
Da lì non sei stato più tolto
"Sì e sono contento, ho fatto ciò che mi ha chiesto il mister ripagandolo della sua fiducia. Spero di continuare così".
Da lì hanno messo gli occhi su di te tutte le grandi: Milan, Inter e Juve
"Non posso che essere contento, un sogno che si realizza. Ma questo, ripeto, grazie al mister. Io con grande umiltà mi sono messo a sua disposizione, ma sono anche giovane e devo continuare a fare ciò che mi richiede sempre non dimenticandomi i suoi consigli. Spero di essere ancora utile alla causa della Triestina".
Come sei arrivato in Italia?
"Io sono arrivato grazie al mio procuratore, che mi ha portato a fare un provino a Livorno. Mi hanno tenuto in prova venti giorni, non hanno capito il mio valore, poi sono andato una settimana a Modena, ma sono andato via perché forse non credevano in me. Alla fine sono andato a Trieste grazie a De Falco, che mi ha dato questa opportunità e che non finirò mai di ringraziare per questa mia occasione della vita".
Ci racconti un po' la tua vita?
"Sono nato in Ghana, con tre fratelli, ed ho perso mio papà a dieci anni. Da lì abbiamo avuto qualche difficoltà in famiglia perché noi andavamo a scuola e mia madre non lavorava. A quel punto ha iniziato. Quando è arrivata l'occasione per l'Italia ho capito che era una grande occasione per me e per loro. Gioco qua per aiutare la mia famiglia che è rimasta in Ghana".
Oltre che sul campo ti impegni anche a scuola visto che hai il massimo dei voti
"Sì, a volte però non posso andare perché ho allenamento la mattina, ma cercherò di recuperare il prima possibile".
Quando hai lasciato il Ghana cos'hai provato?
"I primi mesi sono stati difficili, ho dovuto imparare la lingua ed è stato molto difficile. Ora, però, sta andando molto bene e mi sto trovando benissimo".
Quando ti hanno detto di venire in Italia, visto il legame con tua mamma ed i tuoi fratelli, cosa hanno pensato?
"Hanno capito che questo era il mio sogno ed erano molto contenti".
Ma hai trovato una seconda famiglia in Italia?
"Sì, grazie a loro ho anche fatto questo salto di qualità. Se non avessi avuto questa famiglia non avrei avuto possibilità di rimanere a giocare in Italia, ma soprattutto in loro ho trovato una famiglia fantastica, straordinaria, favolosa che mi ha accolto come se fossi un figlio. La sento come mia".
Come ti descrivi in campo e fuori?
"In campo vado con molto impegno, mentre fuori dal campo sono un tipo tranquillo, a cui piace stare a casa o fare un giro in centro con gli amici".
E magari giocare alla playstation a casa?
"Sì, ci gioco anche in ritiro con Godeas".
Per quanto riguarda gli altri divertimenti sei molto tranquillo?
"Sì, anche molto timido".
Desailly è il tuo idolo?
"E' un idolo di tutti gli africani. E' uno che ha fatto grandi cose".
A chi ti ispiri?
"A Sissoko, giocatore fisicamente bravo e tecnicamente valido, sempre impegnato non si tira mai indietro per la squadra, determinante a centrocampo".
Ti paragonano ad Ambrosini, ti rivedi in lui?
"Ambrosini è un giocatore molto importante, con grandi qualità ed esperienza. In lui mi intravedo".
Ti vedi come suo erede?
"Spero di si"
I tuoi compagni più grandi, quando hanno sentito del Milan, cosa ti hanno detto?
"Sono contentissimi, ma se ho questa possibilità devo dire grazie soprattutto a loro perché hanno messo a mia disposizione la loro esperienza".
Ti aspettavi che il Ghana potesse vincere il Mondiale Under 20?
"Non me l'aspettavo, ma c'era il capitano, che è un mio amico, con cui parlavo spesso. Hanno lavorato tanto e fatto un grande Mondiale".
Si parla anche di un possibile arrivo in Italia di Badu, tu lo consigli?
"Giocare in Europa è il sogno di ogni giocatore, credo possa arrivare in Italia".
A questo punto cosa vedi nel tuo futuro? Il Milan?
"Speriamo di sì".
A Trieste cosa lasci?
"A Trieste lascio tante cose: l'allenatore, i compagni e tanto altro".