Brescia, Cellino: "Ma quale ripresa, la stagione è finita. Tagliamo un terzo di tutto e ripartiamo"

22.03.2020 11:45 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Il Corriere dello Sport e Tmw
Massimo Cellino
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Massimo Cellino

Massimo Cellino, presidente del Brescia, non ha certo timore di dire ciò che pensa. "Ma quale ripresa, ma quale stagione da concludere, io penso all’anno prossimo, solo a quello". Chiara, chiarissima la posizione di Massimo Cellino, presidente del Brescia, che dopo le varie riunioni di questa settimana per decidere il futuro del campionato di Serie A (e non solo) ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport: "La coppa, lo scudetto… Lotito lo vuole, se lo prenda. È convinto di avere una squadra imbattibile, lasciamogli questa idea. Da Brescia ricevo continuamente notizie, e sono tutte pazzesche, eppure la città sta affrontando la tragedia con una dignità che imbarazza.

[...] E mi volete parlare di campionato, di scudetto? Non me ne frega un cazzo… Ho paura ad uscire di casa, mi sta venendo la depressione. Non bisogna pensare a quando si ricomincia, ma se si sopravvive. E se parliamo di calcio, tutto deve essere spostato alla prossima stagione. Realismo, signori. Questa è la peste. E poi avete letto o no il comunicato dei tifosi della Lombardia? Non vogliono che si riparta. Lo vietano loro, non la federazione. Prima la vita. La vita, cazzo. Ci sono ultrà che portano l’ossigeno agli ospedali, altri che piangono i loro morti, altri ancora intubati. Non si può più giocare quest’anno. Si pensi al prossimo".

Il patron ex Cagliari e Leeds lancia poi una proposta per chiudere questa stagione, non disputando il campionato, senza un enorme danno economico: "Si è giocato un terzo del campionato. La stagione è andata, se qualcuno vuole questo scudetto maledetto se lo prenda pure. Chiuso. Finito. E non parlo così perché il Brescia è ultimo in classifica. Siamo ultimi perché ce lo meritiamo. Io per primo lo merito. Facciano quello che vogliono. Penso a quelli che perderanno il posto di lavoro, a quelli che stanno morendo… Il calcio è un’azienda che occupa tante persone ma è anche in grado di superare la crisi. Semplicissimo: si è bruciato un terzo del campionato, e allora si taglino un terzo dello stipendio ai calciatori, un terzo dei diritti televisivi e un terzo delle tasse. È il modo più facile per aggiustare le cose. La testa delle istituzioni, federazione e lega, deve proiettarsi a settembre, a ottobre, a quando sarà. Ho letto con attenzione quello che ha detto Galliani al tuo giornale e sottoscrivo tutto, Adriano è il migliore, il più lucido. Ma temo che non ci sia più il tempo per contrastare il dissesto in modo strutturato".