Sensounico, a suon di Toro. Noi siamo piccoli ma cresceremo (R.Rascel)

22.09.2014 12:18 di  Marina Beccuti   vedi letture
Sensounico, a suon di Toro. Noi siamo piccoli ma cresceremo (R.Rascel)
© foto di Sensounico

Era difficile trovare il titolo per l'articolo su Toro-Verona: Masini era preponderante nella testa di chi scrive ( e non mi riferisco alla "Malinconoia"). Poi, viste le parole e le frasi che ci sentiamo ripetere da un po' quasi come un mantra, la canzone del grande Renato Rascel mi sembrava la più appropriata. Il titolo  in realtà è "Si..Buonasera"...si, appunto, buonasera!

Un punto in tre partite, zero goal fatti, tre subiti, una partita intera regalata alla Doria, un primo tempo regalato ai veronesi, due rigori sbagliati, palle sprecate all'infinito e gli unici a dannarsi davvero l'anima sono uno che manco doveva giocare (Sanchez Mino) e l'altro che nessuno voleva al Toro (Amauri).

Ma il grande problema (semmai ce ne fosse davvero solo uno), non sono le prestazioni o il poco impegno, ma sono tutta una serie di piccoli errori che partono da lontano e che, come i nodi, ora vengono al pettine.

Ogni anno non si può cambiare modo di giocare: prima 4-2-4 con 4 punte veloci e mobili; poi il 3-5-1 Cerci (come si vantava Alessio), adesso 3-5-2 con punte di peso...alla fine non ci capiamo niente nemmeno noi che guardiamo, figuriamoci chi è al TORO da almeno 3 anni e deve giocare. Non si possono avallare le  cessioni di due giocatori  fondamentali nello stesso anno, soprattutto se poi ti ritrovi con un Larrondo già inviso al pubblico (non erano i fischi di paura alla Piccinini dei veronesi quelli sentiti alla sostituzione) che si fa segnare sul taccuino per aver tolto dalla testa un pallone per Amauri nel finale; contropiedi fatti alla velocità degna di Holly e Benji (per ogni contropiede del manga giapponese  tra flashback, discorsi tra compagni ed avversari, la durata media era di tre puntate almeno) e punti saldi che ormai tanto saldi non lo sono più (vedere Vives coi suoi lanci alla viva il parroco).

Non si può scalfire la sicurezza di un portiere facendolo giocare solo in campionato e non in coppa: è l'unico ruolo in cui la titolarità è prioritaria...ed i risultati si vedono.

Non si possono campare scuse dopo una partita di Coppa, in cui si sente dire a qualche giocatore che si è fatta bella figura: zero tiri in porta a Bruges non fanno fare bella figura... E, per quanto seccanti siano, alle domande si risponde sempre. 

Mi sta bene il modello Udinese, puntare su semi sconosciuti e venderli poi per fare cassa l'anno successivo, mi sta bene tutto: ma puntare esclusivamente su giocatori che potrebbero, che magari faranno...che magari diventeranno...alla fine è un azzardo troppo elevato: Quagliarella negli ultimi due anni  ha fatto più panchine che altro, Amauri idem...B.Peres chi lo ha mai sentito, come Gaston Silva, Perez chi lo ha mai visto...Sanchez Mino bella sorpresa ma terrà? (e sarà il prossimo a salutarci?), Martinez non gioca mai, Nocerino è due anni che non gira, Barreto e Larrondo già li conoscevamo.

Il Toro, insomma, ha perso quello slancio e quella voglia che a tutti era tornata l'anno scorso...siamo alla terza ma di campionati simili ne abbiamo già visti tanti, troppi...questo giusto per farlo capire a chi ci ripete di ricordarci da dove veniamo. Il tifoso granata ha una memoria infallibile, da elefante come elefantesca è la grazia e la velocità con la quale costruisce  le azioni questo Toro spuntato.

Ma siamo piccoli e cresceremo...o forse piccoli rimarremo. Dei piccoli elefanti però!

 

Dave dei Sensounico