Vittoria a Crotone, ora guardiamo avanti

22.11.2016 10:48 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata
Vittoria a Crotone, ora guardiamo avanti
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Guardare al Chievo e pensare positivo, archiviata la vittoria di Crotone, meritata, forse anche fortunata, gol in fuorigioco (primo di Belotti) e rigore evidente non concesso ai calabresi (fallo di Rossettini), al Grande Torino arriva il Chievo, ed è un’altra partita da vincere, se si vuole puntare all’Europa. Il Toro a Crotone non è stato bellissimo, ma questo era forse anche prevedibile, la sosta per gli impegni delle varie nazionali, favorisce sempre chi ha potuto lavorare a pieno organico, questo senza nulla togliere alla squadra di Nicola, che contro i granata ha disputato un ottimo match. Non penso sia stato un problema d’ordine tattico, la partita era quella, Crotone in difesa, pronto a partire in contropiede, Torino nelle trequarti avversaria, a fare la partita, piuttosto, ha inciso il lato fisico e mentale, con i granata che mai mi sono apparsi al pieno delle loro possibilità fisiche. Succede, specialmente in un campionato lungo e tatticamente difficile come il nostro, nulla di preoccupante, ora si può pensare al Chievo con la mente sgombra da altri pensieri, preparandola meglio, per questione di tempo, con tutto l’organico a disposizione.

Si può anche dare un occhio alla classifica dopo un terzo del campionato, qualcuno ha raccolto più di quanto forse ha meritato, almeno dal punto di vista del gioco, il Toro invece, due\tre punti li ha lasciati per strada, con prestazioni sempre positive, fatta esclusione per la partita di Bergamo e quella di Milano, contro l’Inter. Comunque con sei squadre in sei punti, dal secondo posto della Roma, all’ottavo della Fiorentina, è un campionato tutto da giocare, partita dopo partita, proprio come vuole il tecnico, che per la seconda volta, ha fatto un richiamo in conferenza stampa, al non sentirsi bravi ed arrivati. È un Toro da alta classifica, questo senza ombra di dubbio, il migliore di questi ultimi venti anni, dati alla mano, ma, con margini enormi di crescita, questo è il punto fondamentale, visibile ad occhio nudo, dimenticarlo sarebbe un peccato. Non so se questo succederà già in questa stagione, quando si hanno tanti giovani in squadra, molti dei quali titolari, si può solo lavorare, e sperare che questo basti, l’esperienza nel calcio, se non è fondamentale, poco ci manca. Un esempio su tutti, Benassi, la scorsa stagione ha fatto vedere quello che poteva essere, e non sempre è stato, in questa, si vede un giocatore completamente diverso, molto più attento e partecipe al gioco, importante nell’autonomia della squadra, con la sensazione, piuttosto chiara ad essere sincero, che possa ancora fare molto meglio. Stessa cosa si può dire di Belotti, di Zappacosta, di Baselli, di Obi, ma anche di Ljajic, che comincia ad essere l’uomo squadra, che forse non è mai stato prima, e ieri a Crotone ad un certo punto ha preso lui il Toro in mano, un bel passo avanti.

Ora più che chiudere con i singoli, voglio chiudere con due parole sul nostro tecnico. Non so se è l’uomo in più del nostro spogliatoio, tanto meno, posso dare una percentuale di quanto possa incidere un allenatore sul valore di una squadra. Vedere il Toro mi diverte, e questo mi basta. In alcune partite, le prime per essere più preciso, proprio dal punto di vista tattico mi hanno lasciato perplesso, pur riconoscendogli che è difficile passare ad un’idea di gioco completamente diversa da quella precedente, in una manciata di partite.

Ora però, non riconoscere che a Crotone la partita è cambiata, grazie ai suoi cambi di modulo, 4-3-1-2 prima, 4-2-3-1 dopo, mi sembra un errore. Bisogna riconoscergli, non solo di aver letto bene partita e momento, ma anche di conoscere molto bene quello che i suoi giocatori possono dargli, e posso assicurarvi che non è sempre cosi. Quindi, bravo Sinisa, e lo dico, al di la del risultato, perché conferma la sua volontà di fare gioco, di imporlo anche, modificando non solo interpreti, ma anche lo spartito, ed anche questo, è un cambio di mentalità che apprezzo particolarmente.