Torino, la migliore prestazione dell'anno

02.05.2016 10:58 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata
Torino, la migliore prestazione dell'anno
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© foto di Federico Gaetano

Personalmente ad Udine ho visto il miglior Toro della stagione, indipendentemente dalla forza della squadra di De Canio, perché, finalmente, i granata hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo, via vecchie paure, maggiore libertà di pensiero, pur rimanendo nei dettami tattici di Ventura.

Rispetto alla partita con il Sassuolo è cambiato tutto, pur con lo stesso modulo, perché il Toro ha spostato il suo baricentro 20 metri più avanti, liberato i due esterni, dato il mandato ai centrali difensivi, in modo particolare Jansson e G. Silva, di fare gioco, e non solo di passarsi la palla tra loro, e dato a Vives la possibilità di dettare i tempi della manovra, e mi riferisco a quella offensiva.

Un’ulteriore conferma, che il modulo di gioco che sia 3-5-2, 4-4-2, 4-2-4, oppure 4-3-2-1, è solo una questione numerica, vale molto di più, se non tutto, l’atteggiamento che si assume in campo, la voglia, il carattere e le motivazioni. Insomma, se contro la squadra di Di Francesco, il Toro non aveva subito quasi nulla, contro quella di De Canio, qualcosa lo ha subito, ma ha creato dieci palle da gol, con la palla che per sette volte ha superato la linea di porta, con i due gol annullati che vengono da azione manovrata. Una prova corale, di squadra, con il solo Benassi non sufficiente, ma con Belotti, Vives, Jansson, G.Silva, ben oltre quella che si può definire una prestazione normale, cosi come non è normale, ma un autentico capolavoro, il gol del “Gallo” Belotti.

L’immagine del Toro ad Udine è proprio quella che ha rilevato Ventura, di una squadra che si diverte e che si può divertire giocando a calcio, cosa purtroppo che il Toro non ha fatto sempre, ed è questo il rammarico di questa stagione, perché i granata sono, almeno per me, più vicini a quelli visti ad Udine, che non a quelli visti in casa contro il Sassuolo, giusto per restare alle ultime partite.

È però già ora di pensare al futuro, anche se mancano due partite alla fine di questa stagione, Napoli ed Empoli per la precisione, che forse non diranno più di tanto in prospettiva futura, anche perché i giocatori sono noti, ma che possono rafforzare alcune posizioni, Martinez, Jansson, G. Silva e Zappacosta su tutti. Non è un mistero, che si punti a costruire un Toro sempre più giovane, cercando di rinforzare alcuni reparti, tenendo sempre presente che qualcuno partirà, e questo è inevitabile in Italia, in questo momento, e non solo in casa Toro, con la certezza che la base per costruire è, e resta, solida. Quanto al cambio di modulo, se ci sarà, auspico che sia accompagnato da un cambio d’atteggiamento, magari più propositivo, senza chiedere però l’assalto alla garibaldina in ogni partita, perché è vero che nel calcio gli equilibri contano, ma, senza neanche vedere sempre lo stesso atteggiamento tattico in ogni partita. Ad Udine si poteva fare quel tipo di partita, in altre occasioni non si potrà fare. Palla quindi a Cairo e Petrachi, con l’assoluta certezza che l’allenatore della prossima stagione sarà Giampiero Ventura, ed è giusto che sia cosi.

Quanto al rapporto tra Ventura e la tifoseria, che sia una parte o la quasi totalità interessa poco, da “Venturiano” convinto, quello che mi ha dato maggiormente fastidio, è il continuo richiamo da parte del tecnico al processo di crescita, a quello che era il Toro quando è arrivato, al fatto che spesso le partite vengono analizzate più per quanto non si è concesso all’avversario, e non importa quale avversario, e non, a quanto non si è fatto e si poteva fare. Alla fine le partite le vedono tutti, i più fortunati allo stadio, gli altri davanti alla televisione, e sempre grazie alla televisione si vede non solo il calcio italiano, ma quello di Spagna, Germania, Inghilterra, campionati che oggi sono davanti al nostro, e non solo economicamente, ma anche sotto il profilo del gioco ed organizzazione.

Ora il Napoli, se c’è il Toro di Udine, si può anche pensare di vincerla.