Ricci: "Ho detto di sì al Toro perché è una piazza storica, l'ideale per me. Qui anche per Juric"

30.01.2022 10:53 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Torino Channel
Samuele Ricci
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Samuele Ricci
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Le prime parole da giocatore del Torino di Samuele Ricci dette ai microfoni di Torino Channel: “Ho detto di sì al Toro innanzitutto per la grandissima piazza che da anni è, diciamo storica, e poi perché reputo l’ambiente giusto per crescer sia con il mister sia con i miei compagni e quindi fare qualche cosa di grande. Sono venuto qua anche per ripagare la fiducia che da subito mi hanno dato il direttore, il mister e, soprattutto il presidente. Ci tenevo a ringraziarli”.

E’ stato difficile lasciare l’Empoli, la sua casa calcistica, visto che era lì dall’età di nove anni?
“Eh, sì. Erano tanti anni che ero a Empoli, però in questo lavoro prima o poi ci deve essere un periodo in quale si deve fare il “salto”, poteva arrivare a un’età giovane come adesso oppure dopo. Comunque sia ci tengo a ringraziare tutto l’Empoli, la società. Adesso penso al presente e al Toro”.

Da avversario com’è affrontare il Toro?
“Il Toro ha dimostrato di essere una squadra tosta. Abbiamo giocato fuori casa qui con l’Empoli e i granata ci hanno messo tantissimo in difficoltà: il Torino è una squadra molto fisica, però ha grandissimo giocatori soprattutto nei singoli e fa dell’intensità al sua arma principale quindi è una squadra molto difficile da affrontare”.

Cosa pensa del tecnico Ivan Juric? Come si aspetta che sia?
“Mi aspetto un tecnico molto duro e severo che però penso che per un giovane sia la miglior cosa. Magari non ci saranno momenti facili, ma penso che possa farmi crescere e sono venuto qua anche per questo”.

Quali sono le sue caratteristiche più spiccate e come pensa di aiutare la squadra?
“Penso che la più spiccata sia la visione di gioco e, diciamo, la palla a terra, però penso di averne anche altre e sarà il campo a deciderlo”.

Ha scelto la maglia numero 28, numero suo da sempre, ma c’è un motivo?
“Sì, è il giorno del compleanno del mio babbo e da quando ho iniziato a giocare con i grandi è il numero di maglia che ho scelto e, tra virgolette, me lo sono tatuato addosso. E anche in questa avventura ho deciso di tenermi questo numero”.

Suo padre compie gli anni il 28 agosto una settimana dopo di lei. Ha con lui e con al sua famiglia un bel rapporto?
“Sì, certamente sì. Mi ha aiutato tanto nella mi avita sia quando ero più piccolo sia adesso che sono “quasi autonomo” (sorride, ndr) . Mi sono sempre vicini e ci tengono molto a ciò che faccio sia in campo sia e soprattutto fuori dal campo, quindi li ringrazio”.

Sta dando loro grandi soddisfazioni perché lei è un ragazzo che s’impegna molto in campo e anche fuori visto che studia all’università alla facoltà di economia, vero?
“Sì, cerco di portare avanti parallelamente questo, anche se alle volte non è facilissimo per tutti gli impegni lavorativi, allenamenti, partite e, soprattutto, la concentrazione mentale non è facile trovarla, però, piano piano, cerco di portare avanti anche l’università perché so che mi può aiutare”.

Perché é importante lo studio anche per un calciatore del suo livello?
“Secondo me, è un’opportunità per aprire anche la mente al mondo intorno a noi poiché alle volte siamo bloccati in  questo mondo del calcio, mentre il mondo fuori è diverso. Quindi penso che mi possa aiutare in questo. Tornando alla mia famiglia, mi ha trasmesso fin da subito ‘importanza dello studio e di non farmi mai mollare, anche se non è facile, ma con il tempo necessario per portare avanti lo studio”.

Lei è molto diligente e sembra che anche con i social abbia un rapporto abbastanza equilibrato, vero?
“Sì, però sono sempre un ragazzo come gli altri e siamo nell’era della tecnologia e quindi li uso anch’io i social, non posso dire di no, ma non gli do tanta importanza, sono sincero”.

Samuele le diamo il benvenuto al Toro. Vuole fare un saluto ai tifosi?
“Grazie per il benvenuto. Certo faccio un saluto ai tifosi. Mi avete scritto veramente in tanti e mi ha fatto un sacco piacere per cui vi ringrazio e cercherò di ripagarvi sul campo”.