Luigi Garzya: "Statene certi il Toro vincerà il campionato"
Abbiamo intervistato in esclusiva Luigi Garzya, che ha giocato nel Torino dal 2000 al 2003 nel ruolo di difensore, attualmente è un allenatore, e con lui abbiamo parlato dei granata. Affrontare squadre che si chiudono nella propria metà campo è molto difficile. Fra Juve Stabia e Torino è stata una partita molto tattica dove entrambe sono state molto accorte e corte. Il Sassuolo è una bella sorpresa e ieri ribaltando il risultato con l’AlbinoLeffe ha dato un segnale forte. Sgrigna anche se gioca poco fa la differenza. Da adesso in poi per qualunque squadra ogni partita è una finale. Ventura è un allenatore che fa giocare a calcio e ha già vinto molti campionati di B e sa come far arrivare prime le sue squadre quando ha a disposizione giocatori di caratura come quelli del Torino.
Con la Juve Stabia ci si attendeva da parte del Torino una gara importante invece sul piano del gioco è stata deludente, anche se i padroni di casa ci hanno messo del loro per fornire uno spettacolo scadente. Lei come ha visto i granata?
“Quando si gioca con avversari che stanno tutti dietro la linea della palla non è facile trovare varchi, infatti la Juve Stabia non aspettava altro che il Torino si aprisse per cercare di colpirlo con delle ripartenze. Devo dire che nel primo tempo a vedere la partita mi sono pure un po’ innervosito a guardare sti passaggi fra i due centrali (Glik e Pratali, ndr), però non potevano fare diversamente perché gli avversari si erano rinchiusi oltre, non dietro la linea della palla, proprio ancora dopo la linea di centrocampo quindi era impossibile giocare”.
Ma il Torino non avrebbe potuto almeno effettuare i passaggi fra Basha e Vives anziché fra Glik e Pratali, spostando così il baricentro un po’ più avanti?
“Credo che non sarebbe cambiato nulla, perché comunque il Torino sarebbe stato in inferiorità numerica rispetto agli avversari, che erano tutti chiusi dietro, e avrebbe dovuto effettuare lanci lunghi sperando di scavalcare i giocatori della Juve Stabia e confidando che gli attaccanti riuscissero a prendere palla per arrivare a tirare in porta, ma non sarebbe stato facile riuscirci. E’ stata una partita molto tattica, quasi un incontro di scacchi, dove gli uni attendevano la mossa degli altri. Certo che è strano, è stata la prima volta che ho visto una partita portata così all’estremo. Dobbiamo ricordarci che a Castellammare di Stabia molte squadre hanno perso, perché non è facile giocare su un campo sintetico di quel tipo e per di più contro una buona squadra, che oltre al gol di Sau ha anche colpito un palo e poi loro sapevano che di fronte avevano il Torino, una delle due squadre più forti del campionato e quindi non si sono buttati all’arrembaggio a testa bassa, perché se lo avessero fatto avrebbero rischiato. Per questi motivi tutti hanno giocato in modo accorto e con le squadre corte ”.
In attesa della gara del Pescara ci sono quattro squadre in quattro punti e tutte aspirano ai due posti per la A diretta. Sta diventando più complicata la corsa?
“Arrivare primi o secondi poco cambia perché chi occuperà i primi due posti comunque andrà in A direttamente e di partite da giocare ce ne sono ancora molte. Il Sassuolo è una bella sorpresa e ieri non mi aspettavo che vincesse, dopo che era andato sotto di due gol e l’AlbinoLeffe aveva avuto il rigore del possibile tre a zero, invece ha ribaltato il risultato, dando così un segnale forte della serie: ci sono anche io. D’altronde non c’è mai una squadra che ha stravinto il campionato di serie B, che è lungo e logorante e fino alla fine, anche se si è in testa, non si è sicuri di niente”.
Sgrigna seppur sia meno utilizzato degli altri attaccanti ha fatto sei gol come Bianchi e uno in meno di Antenucci. Forse dovrebbe essere utilizzato maggiormente?
“Questo può essere un grosso vantaggio per l’allenatore, perché avere un calciatore come Sgrigna, che gioca poco e ha la caratura tecnica che in serie B può fare la differenza e la fa, vuol dire che oltre ai soliti può contare anche su di lui che quando è chiamato si fa trovare pronto e fa gol. Sul fatto di utilizzarlo maggiormente dipende dall’allenatore che se ha una squadra in testa alla classifica vuol dire che finora ha fatto bene e ha anche scelto in modo corretto chi mandare in campo, in fin dei conti a partita non possono giocare più di quattordici giocatori e la concorrenza in attacco nel Torino non manca, se non gioca Sgrigna non è che va in campo un ragazzino della Primavera, ma altri calciatori molto forti. Ventura se vuole vincere il campionato comunque deve poter contare su tutti gli uomini della rosa”.
Viste la difficoltà che il Torino sta vivendo e che i giocatori appaiono stanchi per aver già dato molto, riuscirà a reggere il ritmo del campionato fino alla fine?
“Da adesso in poi per qualunque squadra ogni partita è una finale. Il Torino per l’organico che ha ce la può fare, stiamo parlando delle difficoltà che hanno i granata, ma anche le altre squadre non stanno facendo sfracelli e hanno dei problemi pure loro. Se il Torino con le sue difficoltà è primo vuol dire che le altre, anche se non avessero dei problemi, essendo seconde, terze e quarte non sono altrettanto forti. Comunque in un campionato lungo come quello di serie B avere un momento di appannamento è normale e capita a tutte le formazioni. Inoltre tutte le squadre quando giocano contro il Torino cercano di fare la partita della vita e quindi diventa più difficile affrontare sempre avversari molto agguerriti”.
Durante le partite si sente qualche tifoso che si lamenta del fatto che Ventura fa fare molto possesso palla e spesso anche retropassaggi per impostare l’azione dalle retrovie. Tifosi troppo esigenti o allenatore troppo attaccato alla sua concezione del gioco?
“Ventura è un allenatore che fa giocare a calcio, forse quei tifosi che si lamentano preferirebbero vedere la palla lunga e pedalare. I difensori centrali delle altre squadre quando non sanno che fare lanciano lungo, invece da quando Ventura allena ha fatto sempre giocare al calcio le sue squadre soprattutto partendo da dietro, perché non si deve mai buttare via il pallone e per come vedo io il calcio è giusto così e fa bene a pretendere questo. I tifosi non si devono preoccupare per una partita persa e un’altra pareggiata tanto non c’è una squadra che sta ammazzando il campionato e se anche il Pescara lunedì sera va davanti al Torino di un punto non cambia niente in A, ci vanno direttamente le prime due e poi a fine febbraio il Pescara aveva perso in casa con la Reggina quindi nessuna squadra è invincibile. I tifosi devono stare tranquilli: i giocatori del Torino sono uomini d’esperienza e sono forti e Ventura ha già vinto tanti campionati di serie B e sa cosa deve fare per arrivare primo, quindi non c’è nessun problema”.
Lei conosce bene i tifosi del Toro, viste le ultime gare hanno il timore che proprio sul più bello la squadra possa incontrare difficoltà maggiori. Cosa può dire loro?
“Fino alla fine sarà così, sono convintissimo, ci metto la mano sul fuoco, che il Torino vincerà il campionato, ma non sarà facile perché molte squadre, che all’inizio nessuno si aspettava, si stanno dimostrando ostiche. Di qui all’ultima giornata si affronteranno squadre che si dovranno salvare, quindi giocheranno alla morte e altre che o vorranno vincere il campionato o per lo meno andare ai play off e faranno altrettanto e non ci sarà una partita facile per il Torino, ma con questo sono fiducioso, perché ho esperienza sia come calciatore sia come allenatore, che i granata sono superiori agli altri e alla lunga vinceranno”.