Le grandi trattative del Torino - 1945, Bacigalupo è convinto dal fratello ad accettare il trasferimento
Una grande squadra si costruisce in partenza con un grande portiere. E il Grande Torino, anche in questo, aveva uno dei migliori sul panorama calcistico italiano. Valerio Bacigalupo, nato a Vado, che dopo aver giocato in mezza Liguria decise di spostarsi in Piemonte. Cominciò nel Vado, poi Cairese, Savona, Genoa e ancora Vado, prima del salto in granata. Un ruolo centrale nella trattativa venne interpretato da suo fratello Manlio: senza di lui, infatti, probabilmente il passaggio al Toro non si sarebbe concretizzato. Ma andiamo con ordine.
Nel 1945 il presidente granata Ferruccio Novo scova Bacigalupo durante una sfida tra le rappresentative di Liguria e Piemonte. Tra i pali c’è un ragazzo che lo impressiona, Valerio appunto, che ha soltanto 21 anni ma le qualità di un veterano. La proposta del Toro prevede un assegno da 160mila lire per avere l’estremo difensore, eppure Bacigalupo tentenna. Non vorrebbe lasciare la sua Liguria, poi ecco l’entrata in scena del fratello: Manlio lo fa ragionare e lo convince ad accettare, il Grande Torino ha un nuovo portiere.
Saranno quattro anni intensi, di record e di vittorie: al Filadelfia non si passava mai, con il record di 88 gare consecutive senza mai perdere, e arrivano anche quattro scudetti. Tra i rimpianti di Bacigalupo, però, c’è quello di essere stato l’unico granata a non essere sceso in campo con la Nazionale nel 1947 contro l’Ungheria, superato nelle gerarchie dallo juventino Sentimenti IV. Come tutti i suoi compagni del Grande Torino, la vita e la carriera vennero stroncate dalla tragedia di Superga: Bacigalupo è una delle 31 vittime scomparse nell’incidente aereo del 4 maggio 1949.