Il ritorno di Cerci al Torino solo un’ipotesi difficilmente realizzabile
Dopo essere rinato calcisticamente nel Torino grazie alla cura di Ventura, l’unico allenatore che finora sia riuscito veramente a gestire al meglio Cerci, Alessio aveva preferito andarsene per trovare gloria e soprattutto tanti soldi, 2,5 milioni netti a stagione, “nel calcio che conta”, così definito su Facebook dall’allora fidanzata Federica Riccardi divenuta poi moglie, al termine di un’estate all’insegna del tormentone per i tifosi del Toro sul “resterà o andrà via” con tanto di post sul profilo Twitter del giocatore apparso alle 20,39 del 18 agosto 2014 che ne annunciava l’addio, “Accordo raggiunto con @Atleti ringrazio Torino e i suoi tifosi per tutto”, prontamente cancellato e smentito dicendo che era stato scritto da chissà chi e non dal diretto interessato. Poi, però, effettivamente Cerci è andato all’Atletico Madrid e quindi, il post si era rivelato assolutamente vero.
Il “calcio che conta”, però, ha messo Cerci ai margini e, infatti, il giocatore in tre stagioni, fra Atletico Madrid e i prestiti prima al Milan e poi al Genoa e infine il ritorno in Spagna, ha collezionato in totale, tra campionati e coppe varie, 55 presenze per complessivi 2511 minuti in campo segnando 6 reti e realizzando 9 assist. Il confronto con il suo apice vissuto nel Torino nella stagione 2013-2014 è impietoso, infatti, in 38 gare aveva collezionato 3042 minuti di gioco realizzato 13 gol e 11 assist. E’ vero che nello scorso campionato è stato fuori nei primi mesi a causa dell’operazione subita sul finire della stagione precedente per risolvere una patologia cartilaginea al ginocchio destro, però, questo non basta a giustificare che Cerci in tre anni sia progressivamente finito ai margini del calcio. Per questo il giocatore ha deciso di rescindere, con un anno d’anticipo, il contratto con l’Atletico Madrid e ora cerca di ricollocarsi.
Per tornare a essere un calciatore che conta Cerci non disdegnerebbe di vestire nuovamnte la maglia granata, ma la cosa è a dir poco difficile. Anche se si cospargesse il capo di cenere riallacciare i rapporti con il mondo Toro, che lo aveva accolto a braccia aperte e assurto a idolo, non sarebbe impresa da poco e poi bisognerebbe capire fino a che punto possa essere utile al gioco di Mihajlovic tenendo conto che avrebbe bisogno di parecchio tempo per tornare a una forma che gli consentisse di fare la differenza, com’era accaduto nei due anni, soprattutto il secondo, che aveva trascorso nel Torino. Non da ultimo sarebbe da valutare se ci siano le condizioni per instaurare un buon rapporto fra il calciatore e l’allenatore granata, i trascorsi fra i due ai tempi della Fiorentina non sono stati idilliaci e nel Milan, dove le loro strade si sono rincontrate due campionati fa, l’epilogo è stato che dopo il girone d’andata Cerci è passato al Genoa. Pensare a un ritorno di Alessio Cerci al Torino è francamente poco probabile, per non dire quasi impossibile.