Cairo: "Arriveranno tre-quattro giocatori"
Un Cairo rilassato e di buon umore ha incontrato ieri, al termine dell’allenamento pomeridiano, i media e fatto una lunga chiacchierata toccando i più svariati argomenti: dal calciomercato in entrata e in uscita, al Calcioscommesse, passando per la struttura degli osservatori. Sull’arrivo in granata di Cerci, Barreto e Alvarez Cairo non sembra molto possibilista, ma non nega una trattativa per Pazienza, mentre esclude di aver parlato con il Napoli di Bianchi.
C’è un motivo particolare perché è venuto in visita alla squadra?
“No, anche lo scorso anno sono venuto a Omegna, così come sono andato due volte a Sappada durante la prima parte del ritiro. Porta bene e non bisogna mai interrompere le tradizioni positive (ride, ndr) e se riesco tornerò prima della fine della seconda parte del ritiro. Sono venuto oggi (ieri per chi legge, ndr) perché domani (oggi per chi legge, ndr) sarò impegnato con il consiglio d’amministrazione della Cairo Communications e la conference call con gli analisti e non potò assistere all’amichevole”.
Compererà La 7?
“(ride, ndr) Pensiamo alle cose che si possono fare, indubbiamente La 7 è una realtà importantissima ed io come tanti altri abbiamo fatto una manifestazione d’interesse che però non è impegnativa, si manifesta l’interesse ad avere delle informazioni e stiamo aspettando che ci sia consegnato l’information memorandum, tutto qui”.
Come commenta il punto di penalizzazione e i 30 mila euro di ammenda per il Torino a seguito del patteggiamento nell’ambito del processo al Calcioscommesse?
“Confrontandomi con l’avvocato Chiappero che ci assiste abbiamo convenuto, su suo suggerimento, di accedere al patteggiamento poiché era la cosa giusta da farsi per il Torino in modo da uscire da questa vicenda che ci ha visti coinvolti per responsabilità oggettive legate a un nostro ex tesserato (Pellicori, ndr) di cui non sappiamo se sia effettivamente colpevole o meno, però il fatto stesso che lui sia coinvolto in quanto all’epoca dei fatti tesserato del Torino Fc ci dà la responsabilità oggettiva, facendoci in qualche modo entrare nel procedimento, seppur non abbiamo alcun tipo di responsabilità. Essendo una responsabilità presunta per la giustizia sportiva l’onere della prova è invertito: ossia non devono provare la colpevolezza dell’accusato, ma l’esatto contrario è l’accusato che deve provare la sua innocenza ed è una cosa più complicata. Abbiamo preferito proprio per questo patteggiare in modo da uscire da una vicenda nella quale, come ho detto, siamo entrati nostro malgrado”.
Per quel che riguarda Vives e Masiello vi siete consultati con l’avvocato sul modo di agire?
“I due giocatori hanno una loro posizione autonoma legata al passato. Quando ho parlato con loro mi avevano dato rassicurazioni assolute sulla loro estraneità alle vicende che gli erano contestate. Ma non conoscendo i particolari non voglio esprimermi. Avendoli visti molto accorarti nel professare la loro innocenza voglio sperare che la vicenda prenda una piega positiva e che possano uscire indenni dal processo. Per quello che ho potuto vedere nello scorso anno per quel che riguarda Vives e negli ultimi sei mesi per Masiello mi hanno dato prova di essere persone di spessore. Comunque la vicenda non è seguita dalla società, i due giocatori hanno posizioni personali che sono seguite da avvocati di loro fiducia, noi sappiamo le cose de relata (riferite, ndr) e non mi sembra che patteggeranno”.
Parlando di calciomercato, negli ultimi giorni sono arrivati due nuovi giocatori stranieri, c’è un’accelerata sul completamento della rosa?
“Non eravamo con il freno a mano tirato nelle precedenti. So bene, per averlo sperimentato lo scorso anno, che prima si completa la squadra meglio è, ne ho parlato con il mister, ma non ce n’è veramente bisogno perché so benissimo che la cosa sta in questi termini. E’ evidente che gli altri non stanno ai nostri tempi, ogni società e i giocatori stessi hanno le loro logiche e le loro strategie che noi non possiamo modificare solo perché dobbiamo completare la squadra al cento per cento entro una certa data. O si cambiano gli obbiettivi, è ciò può essere fattibile poiché in tutte le attività la cosa migliore è sempre avere delle alternative per non essere troppo legati a situazioni nelle quali si dipende troppo dagli altri. Abbiamo definito in maniera completa per quel che riguarda Caceres, che ha superato perfettamente le visite mediche, e per Rodriguez ci sono delle piccole cose tra l’agente e il Cesena per cose passate, ma credo che il tutto possa andare in porto in tempi brevi. Per il resto abbiamo un paio di obiettivi con anche delle possibilità da cogliere e ci sono delle trattative interessanti da portare avanti a centrocampo, in particolare, piuttosto che in attacco per la seconda punta. Il mio obiettivo è di chiudere queste trattative velocemente”.
Caceres e Rodriguez arrivano in prestito?
“Sì prestito oneroso, perché non li regalano, con diritto di riscatto totale”.
Il Torino sta puntando sugli stranieri, una svolta negli obiettivi da seguire?
“Abbiamo un posto che si è liberato grazie a Lys Gomis che è diventato italiano, ma i posti occupati dai giocatori extracomunitari che abbiamo non devono essere considerati occupati in senso “negativo” poiché Gomis, Stevanovic e Diop sono ragazzi di qualità e con potenziali importanti e se non li avessimo sarebbero nel nostro mirino e cercheremmo di prenderli. Non è uno spreco aver riservato i posti a loro, ma una cosa molto positiva. Il posto liberato da Gomis continuiamo ad averlo perché Caceres ha il passaporto spagnolo e Rodriguez era già in Italia e quindi non lo occupa. Abbiamo fatto un lavoro di ricerca e stiamo vagliando una serie di nomi sia extracomunitari sia comunitari. Il lavoro fatto sui giocatori stranieri si sta sviluppando e, secondo me, decollerà il prossimo anno. La struttura osservatori è partita a pieno regime a ottobre, hanno sviluppato un’attività di osservazione piuttosto ricca e adesso, dopo un rodaggio di qualche mese, è una struttura che magari potrà essere rimpolpata, ma che può darci dei buoni risultati. Puntiamo sui giocatori italiani, ma averne anche di comunitari o extracomunitari, se hanno le potenzialità, rientra nei nostri piani. Ci sono dei giovani di buona prospettiva che teniamo sotto osservazione. Oggi non ci mancano chissà quanti giocatori direi tre o quattro: un centrocampista, la seconda punta e l’esterno in più, se si prende il giocatore giovane facendo un investimento poi magari il mister ne preferiva un altro, bisogna fare la scelta giusta. Abbiamo una serie di obiettivi e di alternative, ma, secondo me, è bene visto che si tratta di giovani ‘91, ‘92 e ‘93 seguirli ancora per un anno lasciandoli nei rispettivi campionati per poi decidere di fare l’affondo su uno piuttosto che su un altro”.
Quindi quest’anno servono giocatori più esperti?
“Sì, servono giocatori conosciuti e che si conosce quale tipo di apporto possono dare in un campionato complicato come quello italiano. Alcuni posti potrebbero essere sistemati se non fossimo alla ricerca dell’optimum, si hanno ad esempio delle alternative e magari la terza potrebbe essere già chiusa, ma volendo la prima si può un attimo temporeggiare”.
Cerci, Barreto e Alvarez sono obiettivi possibili?
“Premesso che non mi pace parlare di giocatori di altre società, per Cerci non ho capito esattamente quali siano gli intendimenti della Fiorentina, quindi evidentemente se una società ritiene un suo giocatore adatto a lei se lo tiene, di conseguenza noi dobbiamo pensare a delle alternative, è importante non essere troppo fissati su un giocatore. Per Barreto si vedrà. Per Almiron non mi sembra che il Catania lo abbia messo in vendita. Dobbiamo concentrarci su giocatori in qualche modo trattabili”.
Galliani è sempre interessato a Ogbonna?
“Sinceramente non ho mai parlato con Galliani di Angelo, è vero che il Milan sta cercando un difensore centrale, ma non ci siamo mai seduti intorno a un tavolo per questo”.
Lei ha speso finora più del Milan per allestire la squadra.
“Lo so, sto esagerando”.
Questo vuol dire che non prenderà più nessuno?
“No, ho detto che sto esagerando, ma non è detto che non voglia continuare a esagerare (ride, ndr). E’ giusto per noi allestire la squadra che abbiamo in mente e che serve al mister”.
La trattativa con la Juventus per Pazienza è fattibile?
“E’ un’ipotesi sulla quale stiamo lavorando”.
L’ingaggio può essere un problema?
“Ci sono delle componenti da considerare. Ho sempre detto che il nostro top d’ingaggio è quello di Ogbonna (si aggira attorno a 700-750 mila euro annui più premi, ndr), a parte Bianchi che però proviene da un’era diversa”.
Il possibile arrivo di Pazienza escluderebbe o no quello di Tissone?
“In questo momento non so dare una risposta, vedremo. Non entro nei dettagli anche perché si parla di giocatori non del Torino e ho rispetto per le altre società”.
Ha parlato di Bianchi con il Napoli?
“Non ne ho mai parlato né con Bigon né con altri. Nessuno a mai pensato di vendere Bianchi, voglio rafforzare il Torino non indebolirlo. Per noi il capitano è un valore aggiunto ed io sono legato a lui”.
C’è la possibilità di un rinnovo?
“Non se n’è mai parlato, ma se lui vorrà affrontare quest’argomento se ne potrà parlare”.
Per quel che riguarda il mercato in uscita, c’è qualche calciatore che potrebbe essere mandato a giocare altrove o essere ceduto?
“Migliorini vogliamo valutarlo per bene e il mister mi ha chiesto di tenerlo almeno fino a gennaio, perché è un giocatore interessante. Oggi è il quinto difensore centrale, però per Ventura se si può lavorare con lui almeno fino a gennaio sarà una cosa positiva sia per il giocatore sia per la società ed io ho acconsentito. Lo abbiamo preso apposta poi si vedrà se a gennaio sarà meglio mandarlo a giocare magari in B. Migliorini è un giocatore che abbiamo seguito, lo aveva più volte visto Cavallo e in più ci è stato caldeggiato da Dalla Costa, l’allenatore in seconda del Chieti che è stato un giocatore di Ventura ai tempi del Venezia quando c’era anche Petrachi. Gorobsov aveva auto una richiesta importante da parte del Vaslui, una società rumena che disputa la Champions, ma il giocatore ha scelto di non andare per cogliere un’opportunità in Italia e vedremo se ci sarà. Pagano per lui si sta muovendo qualche cosa, ma l’ho visto bene fisicamente e ha un buon piede e buona tecnica. De Feudis è stato promesso al Varese, è un pupillo di Castori che l’ha avuto al Cesena”.
In questo Torino da completare si ha l’impressione che ci siano alcune “scommesse” con giocatori da valutare o dal punto di vista fisico, Santana e Brighi, o perché non hanno mai disputato la serie A come Sansone.
“Santana ha preso una botta a Sappada, ma non ha residui passati d’infortuni, oltretutto lui non è un giocatore “scommessa” perché ha fatto cose importanti come nell’ultimo anno alla Fiorentina prima di andare al Napoli e si parla di due stagioni fa, non per niente il mister l’ha voluto fortemente. Brighi mi dicono che sta bene e lavora come gli altri, ha avuto una carriera senza infortuni e poi lo scorso anno ha avuto uno strappo muscolare al polpaccio, che nel corso della carriera ci sta, e che nel giro di due-tre mesi guarisce com’è avvenuto. Ha avuto, purtroppo, un infortunio più grave Suciu, ma anche lui si sta riprendendo e si unirà al gruppo a Mondovì”.
Che cosa può dire della vicenda Ferronetti?
“Non lo avevo neanche conosciuto bene se non per averci scambiato due parole. E’ arrivato al Torino, in un bel gruppo, poi ci sta che uno inizialmente sia stanco e senta dei carichi eccessivi e che non trovandosi a suo agio preferisca andare altrove. Noi abbiamo una squadra che è un gruppo forte e un mister che ne è il leader e i giocatori che arrivano devono entrare nel gruppo e seguire il leader”.