Ventura: "La serie A si conquista con l'equilibrio nell'ambiente"
E’ intervenuto anche Giampiero Ventura –oltre al Pampa Sosa e al giornalista de Il Secolo XIX, Giampiero Timossi- nella trasmissione serale di Sky, “E’ sempre calciomercato”, condotta da Alessandro Bonan con la partecipazione di Gianluca Di Marzio. Carriera, filosofia di gioco, calciomercato e ovviamente mondo Toro, gli argomenti toccati.
Sulla sua esperienza a Napoli, ecco il pensiero del tecnico: “Siamo partiti da zero. Addirittura non avevamo nemmeno i palloni. De Laurentiis era un uomo fuori dal mondo del calcio, ma ha saputo compiere progressi formidabili. Ogni anno c’è stato un miglioramento: dalla promozione in B, alla serie A, all’Europa League sino alla Champions League”.
L'esperienze vissute su diverse panchine importanti, non hanno cancellato un rimpianto al tecnico ligure: “Senza dubbio aver fallito la stagione con la Sampdoria rimane il mio rammarico più grande. Venivo da tre promozioni consecutive e portare la mia squadra del cuore in A sarebbe stato un sogno. Comunque a Genova non allenerò più”.
Con il suo modo di pensare il calcio, Ventura ha fatto sognare il Bari: “Il “girapalla” è una filosofia di gioco che, ad esempio, in Spagna è molto utilizzata. Nella stagione 2009/2010 abbiamo fatto cose eccezionali in Puglia. Sono riuscito a valorizzare giocatori come Alvarez, Ranocchia e Bonucci”.
La trasmissione arriva al clou della stagione in corso, quando si tratta di calciomercato e Toro.
Ventura non si scompone sul primo argomento: “La mia rosa è competitiva e sarebbe utile prendere un giocatore solo se può farci fare il salto di qualità. Barreto? Non è un mistero che sia una giocatore gradito. Se sta bene fisicamente, lo prenderei in B e in A”. E anche sulla questione Ogbonna si tiene molto abbottonato: “Angelo è costretto ad essere protagonista del calciomercato. E’ un giocatore maturo, serio e professionale al massimo. E’ stata una piacevolissima sorpresa”.
Sul suo Toro invece, il mister si espone senza remore. “La cosa più difficile per tornare in A? Trovare l’equilibrio nell’ambiente. Negli anni scorsi si passava dall’esaltazione totale per la vittoria di una partita, alla depressione per una sconfitta. I giocatori erano usciti con le ossa rotte a maggio, dopo l’esclusione dai playoff. Sono orgoglioso di aver un gruppo che si è messo a totale disposizione”.