Un giro di valzer

21.10.2009 12:15 di  Raffaella Bon   vedi letture
Fonte: tmw


© foto di Federico de LucaNon siamo arrivati nemmeno a metà girone di andata e già cinque panchine di serie A sono saltate. A fare da apripista il movimentato addio di Spalletti alla Roma, un avvicendamento con Ranieri forse ritardato di qualche mese, cui ha fatto seguito l'atalantino Gregucci, apparso troppo timido per una provinciale che per farsi spazio deve lottare con il coltello fra i denti. La sua defenestrazione ha permesso ad Antonio Conte di provare la serie A dopo la precipitosa fine del rapporto con il Bari. Da rivedere. Poi è stata la volta di Roberto Donadoni, un tecnico sotto osservazione ormai da diverso tempo e per il quale la sconfitta patita contro la Roma ha funzionato soltanto da detonatore per scelte già prese in precedenza. Da rivalutare. Quest'oggi sono due gli allenatori a staccarsi dal palcoscenico: Papadopulo a Bologna e Ruotolo a Livorno, anche se questo addio (o arrivederci) si era consumato nella serata di lunedì. A Franco Colomba e Serse Cosmi il non facile compito di raddrizzare una nave che pare mossa da venti superiori alle possibilità sinora mostrate da felsinei e labronici. E' inutile nasconderlo, nel calcio contano soltanto i risultati e non fa nulla se in poche ore si sconfessa il lavoro di un'estate puntando su un allenatore che magari ha un credo calcistico opposto al suo collega. Per Papadopulo una battuta d'arresto inattesa, perchè le sue capacità di tenere a galla una squadra sono note, ma paga colpe non totalmente sue e ascrivibili ad un mercato tutt'altro che inappuntabile e arbitraggi che in casa emiliana hanno fatto gridare allo scandalo. Al suo posto Franco Colomba, reduce dal miracolo ascolano e desideroso di associare ricordi positivi ai colori rossoblù, dopo il roccambolesco sodalizio con il Cagliari di Cellino. Spinelli aveva sfidato i regolamenti federali per poter disporre di Ruotolo, protagonista nel suo breve curriculum delle ultime folate del Livorno verso la serie A, arrivando a nominare un "tutor" da mettere al suo fianco che avesse i requisiti formali per allenare. Ora vengono mandati via allievo e maestro a favore di Serse Cosmi, scalpitante ai box per poter tornare in pista. Grinta, determinazione e un pizzico di fortuna: questa è la ricetta per far sì che l'attacco del Livorno, sulla carta più che competitivo, torni a far male o che il Bologna sappia trovare l'amalgama adatto che riaccenda le polveri di Marco Di Vaio. Mercato allenatori dunque in fermento, nella speranza che Giampaolo riesca ad essere convincente quando addebita le origini del male senese nell'esodo estivo dei calciatori più importanti, Atzori possa far apparire le sue mosse come sbagli di gioventù e Allegri sia realmente saldo a Cagliari. Un mercato simile ad un giro di valzer che contrasta con l'altro settore potenzialmente di attualità, quello che riguarda i calciatori senza contratto, il quale assomiglia invece ad una marcia funebre. Non solo il loro numero è cresciuto in maniera esponenziale, ma nessuno di questi, con novembre alle porte, è riuscito a trovare una squadra. Di solito i calciatori gratis sono quanto di più appetibile una società possa trovare nel rapporto qualità-prezzo, ma di questi tempi anche un ingaggio in più, seppur ridotto dagli attuali chiari di luna, rischia di far saltare i conti. Quindi le alternative sono due: o si cerca di rimediare adattando qualche giocatore in ruoli inediti, oppure si aspetta il più possibile per ridurre a pretese ancora più miti i calciatori. Il problema è che fior di professionisti sono a spasso dal mese di luglio, citiamo Stellone e Colucci soltanto per fare due nomi ma in questo caso l'elenco sarebbe lunghissimo e rattristante. Non fanno eccezione De Ascentis, ripartito esattamente dal punto di partenza, l'Atalanta, e lo svizzero Zambrella, finito anzitempo in patria quando due anni fa qualcuno lo considerava un possibile crack. Uno sguardo sul mercato invernale, del quale a fari spenti i vari club stanno intrecciando i fili. Sono i nomi di Kjaer, Pandev e Jovetic ad agitare le cronache. Il danese di adozione siciliana piace a mezza Premier League, il ragazzo lo sa e ne è onorato, anche se dovrebbe meno darlo a vedere. Del resto l'attrazione degli atleti scandinavi per l'Inghilterra è risaputa, toccherà al Palermo in prima battuta, ed alle grandi nostrane subito dopo, cercare di trattenere un talento che può attestarsi ai primi posti della graduatoria mondiale. La telenovela Pandev-Lazio è arrivata alla millesima puntata, non sono da escludere serie aggiuntive ma la strada appare segnata dalla partenza del macedone verso Milano per tenere il posto caldo ad Eto'o impegnato in Africa. Per Ledesma, contratto in scadenza nel 2011, c'è stato un raggio di luce con la convocazione per l'amichevole di commemorazione dello sfortunato Filipi, ma come diceva il poeta e in attesa di una schiarita dal porto genoano, "è subito sera". Jovetic ha raddoppiato il suo valore ed il numero degli ammiratori: difficile, impossibile che la Fiorentina se ne privi come lo stesso Corvino non manca mai di far notare. Per il prodigio montenegrino è pronta una clausola di rescissione molto elevata, un prezzo formato per scoraggiare eventuali acquirenti e non per attirarli, come è successo con Felipe Melo. La Fiorentina del futuro, e del presente immediato, parte da lui.