Tuttosport - Torino, Mozart e l'agente infuriati
Si è chiuso in farsa l'affare Mozart, e, intervistato da Tuttosport, l'agente del giocatore, Dario Canovi, esprime tutta la sua rabbia esponendo la propria versione dei fatti: "Il Torino ci ha preso in giro, all'ultimo ha cambiato le carte in tavola, si è comportato in un modo incredibilmente scorretto. In 30 anni non mi era mai capitato di vivere un'esperienza così. Evidentemente non si finisce proprio mai di imparare...Ma da un presidente come Cairo non mi aspettavo davvero una cosa del genere. Dopo i continui colpi di scena degli ultimi giorni per gli atteggiamenti contraddittori dello Spartak, io, il giocatore e Foschi eravamo comunque riusciti a riaprire uno spiraglio, domenica sera, per un trasferimento a titolo definitivo nel Toro attraverso la rescissione con i russi. Alle 7 del mattino Mozart si pagava il biglietto aereo e decollava per Milano. Il Torino ci diceva di aspettare all'hotel Visconti. E così Mozart faceva, con uno dei miei figli procuratori, Simone.Mentre io seguivo per telefono da Roma ogni mossa. E Mozart era pronto a rinunciare a ben un milione e centomila euro di ingaggio, pur di trasferirsi. Poi i dirigenti granata davano appuntamento a mio figlio all'Ata Quark per le 18,appena un'ora prima della chiusura del mercato. Cominciavamo a sentire puzza di bruciato, ma ci sembrava impossibile che il Torino ci potesse prendere in giro, avendo la possibilità di ingaggiare un campione come Mozart- Alle 18 mio figlio Simone veniva convocato nel box del Torino, e Foschi lo liquidava in 5 minuti, cambiando le carte in tavola sulle cifre e accusando noi di non essere di parola. Pazzesco: una bugia enorme. Una totale mancanza di rispetto.Che vergogna. Che scorrettezza". Amareggiato ovviamente anche il calciatore: "Sono sconvolto. Avevo un entusiasmo enorme. Non vedevo l'ora di allenarmi con Novellino, un allenatore che stimo tantissimo e che mi voleva a ogni costo".