Toro, Iunco e Sgrigna in avanti con il 3-4-2-1
Si va verso il cambiamento: dal 4-2-3-1 al 3-4-2-1. I numeri del modulo sono gli stessi, ma a differenza della proprietà commutativa, secondo cui cambiando l'ordine degli addendi il risultato non cambia, il cambiamento in questo caso ci si augura ci sia e in tempo breve. La modifica attuata al 4-2-3-1 classico con cui Lerda ha fatto scendere in campo il Torino a Livorno, ha creato sì una certa sorpresa, ma nessuno si era più di tanto scomposto. Il mister granata è libero di modificare la sua formazione e il suo assetto tattico quando meglio crede, in risposta a chi lo accusa di insistere troppo con il nuovo modulo. Questa innovazione non ha però portato i frutti desiderati, perchè il Torino è uscito dal Picchi con la coda tra le gambe e fermo a quota 13 punti. Ora, che ci sia qualcosa da modificare è lampante: magari più spinta davanti e più copertura nel reparto arretrato, senza dimenticare il centrocampo ancora privo di quel regista, unico vero protagonista.
Iunco e Sgrigna quindi liberi sì di affiancarsi a Bianchi quando meglio credono, per arrivare in porta con maggiore facilità. Ecco che allora il 3-4-2-1 potrebbe diventare un ottimo punto di riferimento, come scrive il Tuttosport. Quando si ha laterali come D’Ambrosio e Garofalo, molto più bravi ad attaccare che a difendere e in mezzo una scelta tra De Feudis, Zanetti, De Vezze, il giovane Cofie e un buon palleggiatore (attualmente da ritrovare) come Obodo, non si può pensare di avere una formazione scarsa. La difesa poi con Ogbonna e Di Cesare e a scelta Pratali e Rivalta dovrebbe dare sicurezza alla porta di Rubinho, ma quindi la domanda è: cos'è che manca in realtà?