Toro, anche Cairo condivide la "linea dura"
- Magari il Toro di Colantuono avesse la vitalità dell’esemplare che ieri è scappato dal mattatoio comunale di via Traves! Un toro di oltre 1000 chili che in tarda mattinata ha seminato il panico per la strada, proseguendo la sua fuga sino a bloccare la tangenziale cittadina. Non sono bastati due proiettili narcotizzanti a fermarlo sino a che, circondato, è stato abbattuto. Per stendere i granata invece, sinora, è bastato molto meno senza dover ricorrere neppure a sostanze soporifere ( quelle, semmai, sono assimilabili a certe prestazioni in campo, e per quelle non c’è neppure bisogno della prescrizione del dottore). A voler poi rimarcare un’ulteriore differenza, Di Michele & co. in fuga non ci sono ancora mai andati.
RIGORE - Prima di pensare alla classifica e ai punti propri e degli avversari, ci sono altre priorità: da un lato bisogna che la squadra ritrovi cattiveria agonistica e dall’altro va ripristinata un’irreprensibilità che è venuta a mancare nei comportamenti di alcuni giocatori. A pungolare l’orgoglio ci hanno pensato il presidente Cairo a caldo, negli spogliatoi dello stadio Rocco di Trieste, e Colantuono a freddo, alla Sisport. A dettare le regole di un nuovo rigore - dentro e fuori il campo - si è provveduto distribuendo qualche multa a chi in queste settimane si è fatto prendere dalla foga, dimenticando i doveri ( scritti e non) di un calciatore professionista.