Salgado, un gol per dimenticare..
Il Toro si aggrappa al Pescador; anzi no, al Pistolero. Mario Salgado ha cambiato il soprannome, non le abitudini di vero e proprio cobra d’area di rigore. Dopo il gol contro il Gallipoli, il cileno adesso vuol confermarsi per dimenticare. Come dire, guardare al domani (granata) per dimenticare l’altro ieri, la tragedia di un passato che lo ha fatto maturare in un amen. «Il mio primo gol granata è stato un dono dal cielo, una liberazione che mi ha ridato il sorriso emi ha permesso di superare lo choc del terremoto». Tre minuti di terrore che, all’alba del 27 febbraio, hanno cambiato tutto; una tragedia che Salgado si porta impresso nel cuore e sulla pelle, grazie ad un tatuaggio luttuoso: «Soltanto due mesi fa, in patria, giravo con il revolver per le strade della mia città». Già, con la pistola, per proteggere se stesso e la famiglia sulle strade di Talcahuano, proprio dove il bomber è cresciuto e ha iniziato a giocare a pallone: «Certo. Giravo armato per proteggere mio figlio, avevo paura per la sua incolumità. Incredibile: a casa mia era pieno di sciacalli. È proprio vero, nella vita bastano pochi istanti per cambiare tutto». Il gol al Gallipoli ha fatto impennare le sue quotazioni. «Spero di aver pagato il conto con la sfortuna, ora sto bene anche se miè rimasto qualche piccolo acciacco»