Rubinho ha deciso: "Al Toro a lungo"

22.09.2010 17:52 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Tuttosport
Rubinho ha deciso: "Al Toro a lungo"
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© foto di Federico De Luca

Ribens Fernando Moe­dim, detto Rubinho, è contento di essere al Torino, non l'ha mai nascosto da che ha cominciato a vestire la maglia granata e continua a ripeterlo, come nella lunga intervista rilasciata al Tuttosport, edizione odierna. Non gli pesa nemmeno la serie B: "La vita è fatta di sfide. All’ul­timo secondo di mercato è arri­vato il Toro e io e la mia fami­glia lo abbiamo subito sposato. Fare bene in questo club signi­ficherà avere un piccolo spazio nella storia di uno dei più gran­di club del calcio italiano", ha capito subito la lezione. Il Toro è arrivato nella sua vita ad un quarto d'ora dalla fine del mercato: "Sino alle sei tutti diceva­no che sarei finito alla Roma al posto di Doni. Poi alle sette me­no un quarto mi hanno detto: contrordine, vai al Toro". Il brasiliano ha chiamato subito la moglie e dopo l'ok della sua consote ha accettato il trasferimento.

Rubinho aveva raccontato che suo padre l'unica sbornia la prese nel '76 quando il Toro vinse il suo ultimo scudetto. All'epoca lavorava all'Olivetti. Invece cosa farebbe Rubinho in caso di promozione? "Mi concederei anch’io una bel­la sbornia. E poi farei tornare José Elias, cioè mio papà, a To­rino per prendere la seconda". Poi aggiunge a proposito del suo pensiero sul mondo granata: "Direi anche questo a mio padre: è solo da tre settimane che io sono qui, però ho già capito una cosa. Questa non è una squadra di calcio, ma una ragione di vita. Tutte le persone che ho incon­trato in città mi hanno spiega­to che il Toro è una scelta. Ec­co perché è così forte il senso di appartenenza dei tifosi verso la squadra, ecco perché c’è tan­ta passione. A me piace tutto questo, anche quando si tra­sforma in pressione", non male per uno arrivato da appena un mese e che ha già sposato la causa del Toro.

"Dove mi vedo tra qualche anno? A Torino, e non lo dico per fare bella figura. Vorrei es­sere qui perché non mi sen­to di passaggio: ci vorrei re­stare e anche per un bel po’. Mia moglie è stilista, qui ha la possibilità di studiare, di crescere, siamo nella città del design".