PEDERZOLI : «Il Toro ai giovani»
Pederzoli, ma della realtà inglese non copierebbe proprio nulla? «Senza dubbio le strutture. Lì i club mettono a disposizione del settore giovanile impianti all’altezza di una prima squadra. Campi, palestre, spogliatoi, sale per la fisioterapia: i ragazzi hanno tutto come i giocatori della Premier».
In Inghilterra non insegneranno a giocare bene, però non hanno esitazioni a far debuttare i ragazzi più bravi. «Questo è un altro loro grande merito. In Gran Bretagna il giovane è considerato un valore aggiunto. Però lì è più semplice gettare un ragazzo nella mischia, perché le richieste da parte della stampa e del pubblico sono inferiori. A un esordiente non chiedono subito di far gol. Vogliono solo che sudi per la squadra, che finisca la partita con la maglia gocciolante di sudore. Se lo fa, è a posto. In questo senso, da noi è auspicabile un cambio di mentalità».
Sul fronte estero, la campagna del Torino è stata caratterizzata dagli arrivi di Saumel e Dzemaili. Che stagione li attende? «Entrambi possono fare bene. Hanno doti e voglia di fare. Il loro arrivo è stato in linea con la parola d’ordine del presidente per questo mercato:“Rinforzarci ringiovanendo”. E’ quello che continueremo a fare, sono qui per questo».
Quanto ci vorrà prima che il Torino torni a fabbricarsi in casa i propri campioni? «Sono processi lunghi, ma che danno grande soddisfazione. Nel calcio attuale si è andato perdendo il senso di appartenenza, quello che porta un giocatore a formarsi e sviluppare tutta la propria carriera con la stessa maglia. Ricrearlo significa dare alla squadra un valore aggiunto».