Pavan (Tuttosport) sulla Superlega: "Salvaguardare il diritto al sogno e alla diversità"

22.12.2023 12:30 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Tuttosport e Tmw
Pavan (Tuttosport) sulla Superlega: "Salvaguardare il diritto al sogno e alla diversità"
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"Alla fine della fiera – o meglio: all’inizio della fiera – il comunicato più onesto sulla faccenda lo ha emesso il Pescara Calcio, serie C d’Italia: "Non avendo ricevuto alcun invito alla Superlega, la nostra società non rilascerà dichiarazioni in merito". È il commento più onesto non solo perché rifugiarsi nell’(auto)ironia è sempre un modo intelligente per non rischiare di dire sciocchezze, o di lanciarsi in proclami a forte rischio di smentita al prossimo cambio di vento". Inizia così il fondo di Andrea Pavan su Tuttosport in merito alla Superlega dopo la sentenza della Corte Europea che ha riaperto la porta a un progetto che sembrava naufragato pochi anni fa.

"Il nocciolo della questione, peraltro, non è già l’essere pro o contro. Perché il “progresso” (sempre molto tra virgolette) è inevitabile, che lo si voglia accettare e condividere o meno. Dacché il calcio è diventato “moderno”, del resto, si sono realizzati e metabolizzati, fino a considerarli ormai normali (...). Il problema è se quel progresso continui a rispettare presupposti fondamentali della passione popolare quali la meritocrazia, il premio (o la promozione) se vinci e la punizione (o la bocciatura) se perdi, la squalifica se bari; e, soprattutto, il diritto al sogno. Perché la squadra più scarsa ha sempre saputo che difficilmente avrebbe battuto la più forte, ma finora ha sempre potuto almeno sperare di riuscirci; di questo passo, invece, c’è addirittura chi ipotizza l’impossibilità proprio di un confronto, per discriminazione di lignaggio e di fatturato. Non è detto che sarà così, anzi noi proprio speriamo il contrario. Non ce ne frega niente dell’Uefa e della Fifa in sé ci interessa però che ogni squadra, ogni tifoseria, ogni storia, ogni cultura, ogni sentimento calcistico continui ad avere il rispetto che merita e le pari opportunità sportive, per quanto – lo sappiamo già da molto tempo – in maniera molto teorica".

"Ci interessa che quando si disputano i Mondiali e gli Europei, come per le Olimpiadi, ci si ritrovi ancora tutti assieme a palpitare per l’Italia. Ci interessa che qualsiasi giocatore del mondo continui a considerare la chiamata della Nazionale un onore e non una rottura, e che per il suo club di appartenenza questo rappresenti un obiettivo e non un fastidio. Ci interessa che un bambino possa ancora tifare, sulle gradinate, per la Sambenedettese o per la Pro Vercelli e non, sullo smartphone, per una squadra araba che ingaggi il calciatore più forte del mondo. Ci interessa che nessuno – parafrasando De Laurentiis e il Frosinone in Serie A: mal gliene incolse - un domani possa dire: cosa ci fa il Copenaghen in Superlega?".