Nazionale? Meglio pensare al Toro
Lo dico con grande sincerità, questa nazionale mi piace pochissimo, ed i motivi sono veramente tanti, di ordine tattico principalmente, ma non solo, anche alcune scelte di Prandelli mi lasciano piuttosto perplesso. Non riesco a capire come può una squadra che ha giocato gli ultimi due anni, o quasi, applicando lo stesso modulo con un’identità di gioco precisa, cambiare tutto il giorno prima dell’esordio europeo, buttando in pratica alle ortiche due anni di fatiche. Ancora più misterioso mi sembra l’aver voluto snaturare il miglior centrocampista italiano, ma anche tra i primi in Europa, come De Rossi, per farlo giocare in difesa, lasciando una voragine a centrocampo. Il fatto che la Spagna nel secondo tempo contro gli azzurri non abbia trovato il gol con Torres, è del tutto casuale, giacché Del Bosque aveva trovato la chiave giusta per scardinare la difesa italiana. Che dire poi di Giaccherini, costretto a fare più il terzino che l’esterno offensivo? Non era meglio puntare direttamente su un terzino sinistro? Quanto poi alle scelte in attacco, fatto salvo che non mi sento di buttare la croce addosso a Balotelli, che è giovane e deve sicuramente maturare, mi chiedo perché il miglior attaccante italiano di questi ultimi quattro anni, vale a dire Antonio Di Natale, continui, vedi anche Sudafrica 2010, ad essere considerato una riserva e non l’unico vero titolare del pacchetto offensivo. Insomma per andare avanti bisogna cambiare, dare spazio a chi non ha giocato molto, e riportare gli uomini giusti nella porzione di campo più adatta alle loro caratteristiche. Prandelli è simpatico, un tecnico preparato, per questo non deve cadere nel tranello che mondiali ed europei regalano sempre ai nostri CT.
Meglio pensare al Toro, almeno per me, deluso dalla nazionale, ormai dal mondiale tedesco, infatti, la vittoria non ha spostato più di tanto alcune mie convinzioni. L’ultima nazionale che aveva suscitato le mie simpatie era quella di Bearzot, prima in Argentina, poi in Spagna. Mondiali in cui l’Italia ha giocato a calcio, un grande e bellissimo calcio. Quanto al Toro la situazione è più ingarbugliata di quella che sembra, i soldi nel calcio sono ormai pochi, e le idee, stranamente, invece di aumentare, diminuiscono di pari passo.
Capitolo portieri, poiché ne servono due
Jean Francois Gilet sembra nuovamente il favorito, almeno al ruolo di titolare. C’è però da superare due grossi intoppi, il primo che il Bologna vuole rientrare, almeno in parte, del milione e mezzo speso la scorsa estate, il secondo, il milione e mezzo lordo che il Toro dovrà elargire al portiere belga per i prossimi tre anni. Meno percorribile adesso come adesso la via che porta a Sorrentino, anche perché per l’estremo difensore il Chievo ha ricevuto più di una richiesta, e la volontà del giocatore è quella di chiudere la carriera a Verona. Sulla riserva il buio più totale, in questo momento trovare il titolare è la priorità.
Capitolo difesa
Michele Canini potrebbe essere il primo rinforzo ad arrivare alla corte di Ventura. Cagliari e Torino sembrano d’accordo su tutto, mancano solo dettagli. Sempre seguitissima è la pista che porta ad un esterno difensivo sinistro, i nomi sono veramente tanti, i più gettonati per vari motivi sono quelli di Rubin, Pasquale e Marchese. La sensazione è che non arriverà nessuno dei tre, ma si valutano altre alternative. Da verificare ancora la questione Ogbonna, il giocatore è “cercatissimo”, in primo luogo proprio dalla Juventus pronta a mettere mano al portafoglio, stessa cosa vale per la Roma, con Milan ed Inter pronte alla finestra ad intervenire con i discorsi giusti.
Capitolo centrocampo
Bisognerebbe capire se l’interesse per Almiron è vero o simulato, certo che due milioni sembrano tanti per un giocatore sicuramente valido, ma che rischia di chiudere la carriera in granata, senza cioè che la società possa anche averne un ritorno economico. Molto più intrigante è la pista che porta a Bartosz Salamon, under 21 polacco, giocatore giovane e di prospettiva. Potrebbe essere veramente un affare, anche per il giocatore, che con Ventura potrebbe solo maturare e migliorare. Più difficile arrivare a Guido Pizarro, che può giustamente essere considerato il più interessante giovane regista che il calcio argentino possa offrire. Tante le società sul giocatore, non ultimo Fiorentina e Catania, giusto per restare al calcio di casa nostra. Il vero obiettivo rimane però Gazzi, con il Palermo di Zamparini in prima fila. Le cifre sono vicine a tre milioni di euro, poco o tanto dipende dai punti di vista, se è una priorità il prezzo è quello giusto. Altri nomi che circolano sono quelli di Strasser, Kurtic e Ljajic, tutti comunque da verificare. Quanto a Manganelli, è un nome che circola da almeno tre anni, pensare che questo possa essere l’anno giusto per portarlo al Toro è veramente un esercizio di fede. Il giocatore è sicuramente valido, dipenderà molto dalle altre operazioni e dalla lunga lista di rinnovi che Petrachi si trova a dover affrontare.
Capitolo attacco
Non è un mistero che il Toro cerchi Vitor Barreto, e, a quanto sembra, c’è l’accordo con l’Udinese, almeno sulla formula, comproprietà, meno sulle cifre, balla insomma un milione di euro. Se il Toro colmerà il gap, Barreto sarà un giocatore del Toro. Meno possibile il passaggio di Floro Flores in granata, i milioni in ballo sono tanti, così come sono tante le società che hanno chiesto informazioni a Pozzo sul giocatore. Non impossibile la pista che porta a Sansone, anche se il giocatore è ancora in comproprietà tra Siena e Sassuolo, bisognerà capire quanto il Toro è disposto ad investire per la metà del giocatore, sempre che finisca a Siena. Per Cerci i quattro e passa milioni chiesti dalla Fiorentina hanno sicuramente raffreddato gli entusiasmi, anche perché la chiave per arrivare al giocatore sembra il sacrificio di Bianchi, ed in questo momento, il Toro, prima di privarsi di Bianchi dovrebbe trovare un adeguato sostituto.