Lega Serie A, De Siervo: "I presidenti spingono per la conferma di Miccichè"
Giornata decisiva per la Lega Serie A, infatti, oggi si terrà l'assemblea dei club dopo le dimissioni del presidente Micciché, con i diritti tv come tema caldo. Intervenuto a Radio Anch'io lo Sport su RadioUno come riporta Tuttonapoli.net, l'amministratore delegato della Lega Serie A, Luigi De Siervo, ha fatto il punto sulla situazione: "Esiste un'iniziativa presentata dal presidente del Brescia, Cellino, che ha inviato una lettera ai colleghi proponendo di chiedere formalmente al presidente Micciché di continuare, sostenendo il suo lavoro. Dall'altro lato, il presidente Cairo ha più volte rappresentato questa esigenza, perché ritiene folle che un problema emerso 20 mesi dopo possa condizionare un lavoro importante intrapreso".
Le dimissioni confermano le spaccature tra i club?
"Diciamo che forse questo è il caso meno adatto a parlare di spaccature, considerato che si parla di un'elezione avvenuta con l'unanimità. La Lega sta lavorando alla vendita dei diritti tv per il triennio successivo, cercando di muoversi in maniera ferma: le alternative sono tante, ma vanno colte con tempismo".
Come mai è già stato nominato un commissario?
"Andrebbe chiesto al presidente federale, che legittimamente ha ritenuto in consiglio federale di chiedere un'elezione in tempi rapidi. Si è pensato di trovare una soluzione in tempi così stretti, ricordo che i voti necessari a eleggere un presidente sono 14 su 20".
C'è il rischio del commissariamento?
"Gli step sono chiari. Il giorno 2, lunedì prossimo, si provvederà a votazione con l'obiettivo di individuare un presidente che raccolga 14 volti. Se così non fosse, il consiglio federale ha già deciso che arriverà il professor Cicala, con il compito di commissario ad acta, cioè per gestire le procedure di voto, con 40 giorni di tempo e una maggioranza che scenderà a 11 voti. Se dopo questo periodo non si dovesse trovare un nuovo presidente, a quel punto il consiglio federale provvederebbe a commissariamento".
Diritti tv verso Mediapro?
"Oggi abbiamo in approvazione le linee guida, che sono lo strumento tecnico con cui comunichiamo alle autorità e al mercato come vendiamo i diritti. La prima scelta è quella di procedere vendendo i diritti in pacchetti".
Quali sono le ragioni che rendono la Lega così instabile?
"Diciamo che resto ottimista. Al netto delle tematiche connesse, la Lega ha votato l'anno scorso uno statuto che cambia i poteri all'interno della stessa. L'arrivo di un AD è una cosa che non c'era prima, per affrontare in modo più idoneo il mercato. Tutti invidiamo Premier e Liga, ma quei risultati non si raggiungono solo con la performance sportiva: servono professionisti che lavorano per vendere meglio il prodotto. Stiamo lavorando per questo, chiediamo solo di essere messi nelle condizioni di poterlo fare al meglio. Spero che le difficoltà di queste ore possano essere risolte la prossima settimana".
Il fatto che vinca sempre la stessa squadra non aiuta?
"Nessuno è contro la Juventus, ma a noi serve un campionato competitivo. Per fortuna ci sono tanti gol, su questo stiamo crescendo in maniera esponenziale. Viviamo una fase positiva, ringraziamo l'Inter e chi altro contenderà lo scudetto: è evidente che un campionato competitivo abbia più appeal".
Bisogna rivedere la distribuzione dei profitti dalla vendita dei diritti tv?
"È un tema delicato, che riguarda anche la politica. Il nostro è l'unico sistema in cui la ripartizione viene definita a livello legislativo, dalla legge Melandri. Con le riforme volute dal ministro Lotti si è andati verso un meccanismo più meritocratico. È chiaro che siamo ancora lontani dal modello inglese".
La gente si aspetta tanti gol. Sa che il risultato ottimale è il 2-1 e siamo su quella soglia? Oltre si va verso un calcio mediocre.
"Credo anche io che il 3 sia il numero perfetto. Se non ricordo male siamo a 2,86: è un indice di spettacolarità e ci avviciniamo al numero perfetto. Nessuno vuole partite che finiscono 3 o 4 a zero. Negli ultimi tempi però si è visto un calcio difficile da essere goduto da tutti. È bene ricordare che il calcio sta perdendo un po' di primogenitura rispetto ad altri sport: le persone ne vedono altri e se le partite finissero tutte 1-0 lo spettacolo diventerebbe meno godibile".
Circolano già nomi per l'eventuale post-Micciché?
"Ricordo che io non ho titolo per proporre o votare: in questo momento i club sono concentrati per capire se esiste la possibilità tecnica di confermare il presidente Micciché. Se non sarà possibile, da martedì si lavorerà per le alternative. Nessun nome segreto".
Nuove iniziative per contrastare il razzismo?
"Sabato pomeriggio ero a San Siro, in sala GOS, che consente il visionamento delle curve. Stiamo lavorando a un protocollo che consenta ai club di rivedere le immagini per individuare i facinorosi e consentire l'intervento con il non gradimento. L'idea è quella di non aspettare interventi esterni, il calcio ha la possibilità di intervenire dall'interno".
Si parla tanto del virtual coach. Non sostituirà gli allenatori, vero?
"Siamo una nazione di allenatori, abbiamo la fortuna di avere i migliori al mondo e il merito resta loro. Quello che fa la tecnologia è dare strumenti a supporto, attraverso una forma di intelligenza artificiale per dare informazioni dettagliate e suggerimenti. È un lavoro per gli staff tecnici, l'allenatore si serve dei dati che gli vengono suggeriti. Tenete presente che Premier e Bundesliga hanno cercato di introdurre questo sistema, che però abbiamo preteso, essendo italiano, venisse sperimentato prima da noi".